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L'implosione del sottomarino Titan

Titan, come sono morti i passeggeri del sommergibile imploso e che fine hanno fatto i loro corpi

I cinque passeggeri del sommergibile Titan della OceanGate sono morti all’istante a causa della violenta implosione: alcuni dei loro resti sono stati recuperati e sottoposti al test del DNA, che ha identificato i profili genetici di tutte le vittime.
A cura di Valeria Aiello
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Il Titan della OceanGate, il sommergibile imploso l'11 giugno 2023 nelle profondità dell'Oceano Atlantico durante una spedizione turistica verso il relitto del Titanic / Credit: Netflix/OceanGate
Il Titan della OceanGate, il sommergibile imploso l'11 giugno 2023 nelle profondità dell'Oceano Atlantico durante una spedizione turistica verso il relitto del Titanic / Credit: Netflix/OceanGate
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I cinque passeggeri a bordo del Titan, il sommergibile della OceanGate imploso il 18 giugno 2023 durante una spedizione turistica verso il relitto del Titanic, sono morti sul colpo quando lo scafo ha ceduto sotto la pressione dell’oceano a oltre 3.300 metri di profondità. La violenza dell’implosione, stimata in quasi 400 atmosfere, li avrebbe uccisi all’istante, molto probabilmente prima che gli occupanti del sommergibile si accorgessero di cosa stesse accadendo.

In seguito all’incidente, la Guardia Costiera statunitense ha recuperato parte dei detriti del Titan, trovando anche alcuni resti umani: sottoposti al test del DNA, quei resti sono stati attribuiti alle cinque vittime, accertando ufficialmente la morte dei dispersi. La maggior parte dei loro corpi non è però stata mai recuperata: secondo gli esperti, l’enorme pressione dell’oceano, unita alla rapidità dell’implosione, avrebbe avuto effetti devastanti, schiacciando e frammentando istantaneamente tessuti e ossa, il che ha contribuito alla loro dispersione nelle profondità oceaniche.

Le indagini sulla tragedia hanno tuttavia lasciato ancora senza risposta alcune questioni sulle cause dell’implosione. Su questi interrogativi prova a fare luce il nuovo documentario di NetflixTitan: il disastro di OceanGate” in uscita l’11 giugno, che esplora anche le criticità legate alla sicurezza della spedizione.

Chi erano i passeggeri del sommergibile Titan

I passeggeri a bordo del sommergibile Titan catastroficamente imploso nelle profondità dell’Atlantico settentrionale erano cinque: Stockton Rush, pilota del sommergibile e amministratore delegato di OceanGate; Paul-Henri Nargeolet, esploratore francese di profondità ed esperto del Titanic; il miliardario britannico Hamish Harding; l’uomo d’affari Shahzada Dawood e suo figlio, Suleman.

I cinque erano si erano imbarcati sul Titan nelle vicinanze del sito del relitto del Titanic, arrivando sul posto a bordo della nave d’appoggio MV Polar Prince, che avrebbe monitorato l’immersione: nella prima ora e mezza di discesa, il Titan comunicò regolarmente con la Polar Prince ma, poco prima che l’ultimo ping di dati fosse ricevuto, quando il sommergibile si trovava a una profondità di 3.346 metri, l’equipaggio della nave di supporto udì un forte boato, che si è poi scoperto essere l’implosione del sommergibile.

Cosa è successo al sommergibile Titan

Il sommergibile Titan è imploso il 18 giugno 2023 durante una spedizione turistica verso il relitto del Titanic: l’implosione, avvenuta a oltre 3.300 metri di profondità nell’Oceano Atlantico è stata attribuita a problemi strutturali e carenze di sicurezza del sommergibile, che non aveva certificazioni ufficiali da enti marittimi indipendenti. Lo scafo, in particolare, avrebbe subito un’improvvisa delaminazione, secondo quanto ricostruito in un’analisi dall’ingegnere Jasper Graham-Jones, professore associato di Ingegneria meccanica e navale dell’Università di Plymouth: secondo l’esperto, la causa più probabile dell’implosione del Titan sarebbe stata il cedimento dello scafo in fibra di carbonio sotto l’enorme pressione delle profondità oceaniche.

Un’altra possibilità sarebbe quella secondo cui il piccolo oblò frontale del sommergibile avrebbe ceduto, ma secondo Graham-Jones questa ipotesi non sarebbe conciliabile con le dimensioni dei detriti in fibra di carbonio recuperati, che in tal caso avrebbero dovuto essere molto più grandi di quelli rinvenuti.

Come sono morti i passeggeri a bordo del Titan

I cinque passeggeri a bordo del Titan sono morti sul colpo, a causa della violenta implosione: le simulazioni hanno suggerito che alla profondità a cui si trovava il sommergibile al momento dell’incidente, la pressione oceanica era di quasi 400 atmosfere, una situazione estrema in grado di schiacciare qualsiasi oggetto non progettato per resistere a una tale forza e che ha avuto impatto devastante sul corpo dei cinque passeggeri.

La violenza e la rapidità dell’implosione, avvenuta probabilmente in poche decine di millisecondi, non ha lasciato scampo agli occupanti dello scafo, che non avrebbero avuto il tempo di accorgersi di quanto stava per accadere. In altre parole, il peso della colonna d’acqua a oltre 3.300 metri di profondità avrebbe immediatamente accartocciato lo scafo su tutti i lati, schiacciando i corpi dei suoi passeggeri a una velocità che, a detta degli esperti, “il cervello umano non riesce nemmeno a elaborare”.

Che fine hanno fatto i corpi e come è stato accertato il DNA

Durante le operazioni di ricerca del sommergibile, la Guardia Costiera statunitense ha recuperato parte dei detriti del Titan, trovando anche alcuni resti umani.

Quei resti sono stati sottoposti ai test del DNA ma, solo successivamente, dopo più di un anno dall’incidente, in un’udienza pubblica della Commissione d’inchiesta dei Marines, la Guardia Costiera ha confermato che il Laboratorio di identificazione del DNA delle Forze Armate di Dover, nel Delaware, aveva identificato con certezza i profili genetici di tutte le cinque vittime. La maggior parte dei loro corpi non è stata però mai recuperata.

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