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Strana roccia su Marte trovata dal rover Perseverance: la NASA l’ha chiamata “Skull Hill”

Durante il suo peregrinare lungo un pendio del cratere Jezero su Marte, il rover Perseverance della NASA ha scoperto una roccia dalle caratteristiche insolite, completamente diversa da quelle circostanti. L’hanno chiamata “Skull Hill”.
A cura di Andrea Centini
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La roccia "Skull Hill" fotografata su Marte dal rover Perseverance. Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU
La roccia "Skull Hill" fotografata su Marte dal rover Perseverance. Credit: NASA/JPL-Caltech/ASU

Il rover Perseverance della NASA si è imbattuto in una nuova e insolita roccia su Marte, talmente peculiare che gli scienziati hanno deciso di chiamarla con il nome – un po' macabro – di “Skull Hill”. Il peculiare sasso, diverso da tutti quelli limitrofi, è stato trovato lungo un pendio del cratere Jezero, dove il rover a propulsione nucleare è “ammartato” il 18 febbraio 2021 nel contesto della missione Mars 2020. L'agenzia aerospaziale statunitense ha inviato qui il robot – grande quanto un SUV di medie dimensioni – per un preciso motivo: si ritiene che un tempo questo luogo fosse un grande lago, quando Marte aveva ancora una sua atmosfera significativa e acqua sulla superficie. L'obiettivo è trovare tracce di vita antica attraverso l'analisi delle rocce e della regolite marziana, proprio per questo il rover è continuamente a caccia di nuovi elementi da studiare.

Dalla fine dello scorso anno Perseverance si sta arrampicando lungo un elevato pendio del bordo del cratere chiamato Witch Hazel Hill, dove strati di rocce chiare si alternano a strati scuri. Durante il suo peregrinare nell'area si è già imbattuto in rocce insolite, come ad esempio una strana roccia “galleggiante” la cui superficie è costellata da minuscole sfere. Per rocce galleggianti gli astronomi della NASA intendono sassi spaziali fuori contesto, ovvero, con una diversa origine geologica rispetto a quella circostante e che si trovano in quel punto per varie ragioni. Ad esempio, potrebbero essere cadute da un punto più elevato del cratere, spostate da eventi vulcanici passati oppure trascinati dall'acqua liquida che un tempo fluiva su Marte (recentemente un team di ricerca italiano guidato da scienziati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunque trovato un'area in cui si formerebbe ancora oggi acqua liquida sul suolo marziano).

Ma torniamo alla roccia Skull Hill, anch'essa una "roccia galleggiante", che come indicato è stata trovata presso il pendio di Witch Hazel Hill, in una regione chiamata Port Anson. Il sasso spaziale si distingue da quelli circostanti per diverse caratteristiche: è molto scuro, spigoloso e presenta delle curiose cavità, tutte caratteristiche opposte rispetto alle rocce dell'ambiente in cui è stata identificata. Secondo gli autori dello studio le cavità potrebbero essere state generate da processi erosivi e dall'azione del vento, ma non c'è una conferma. Per quanto concerne la composizione, i ricercatori spiegano che il colore scuro è simile a quello dei meteoriti trovati dal rover Curiosity nel cratere Gale, che contengono concentrazioni rilevanti di elementi come ferro e nichel. Lo strumento SuperCam di Perseverance ha tuttavia escluso che le rocce scure presenti nel cratere Jezero abbiano un'origine spaziale.

Se non è un meteorite, di cosa si tratta? Gli scienziati della NASA suggeriscono che possa essere una roccia legata all'antica attività vulcanica sul Pianeta Rosso, arrivata a Port Anson a seguito di processi di erosione in una zona circostante oppure scagliata in quel punto dall'impatto di un meteorite. “Sulla Terra e su Marte – evidenzia la NASA sul suo portale – ferro e magnesio sono tra i principali elementi che contribuiscono alle rocce ignee, che si formano dal raffreddamento del magma o della lava. Queste rocce possono includere minerali di colore scuro come olivina, pirosseno, anfibolo e biotite”. Grazie agli strumenti in dotazione al rover gli scienziati sono fiduciosi di rilevare presto sia la composizione che l'origine della "Skull Hill", immortalata grazie alla MastcamZ. A differenza di quanto accade in occasioni simili, non è stato dichiarato il motivo per cui alla roccia è stato assegnato questo nome; forse per le curiose cavità presenti sulla sua superficie.

Tra le rocce più spettacolari recentemente trovate sulla superficie marziana figurano Atoko Point, bianca e scintillante, e “Freya Castle” (castello di Freya), soprannominata “roccia zebra” a causa delle peculiari striature bianche e nere come quelle del quadrupede africano.

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