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Sonnambulismo, cos’è il disturbo di chi cammina nel sonno e cosa sappiamo del caso di Susanna Tamaro

Il sonnambulismo è un comportamento che si manifesta durante lo stadio più profondo del sonno non-REM. Negli adulti è un disturbo piuttosto raro, spesso correlato ad altre condizioni, che più frequentemente si verifica in presenza di familiarità.
A cura di Valeria Aiello
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È stata la scrittrice Susanna Tamaro, caduta dalle scale di casa in seguito a una crisi di sonnambulismo, a raccontare il suo incidente con un post su Facebook. “Ho fatto un piano di scale in volo – dice l’autrice famosa nel mondo per il romanzo Va’ dove ti porta il cuore – . Sono stata fortunata perché avrei potuto morire o rimanere paralizzata e invece sono ancora viva, pur con un po’ di fratture”. Nella foto postata sui social, si mostra seduta su una sedia a rotelle, con il braccio destro ingessato. “Che shock quando mi sono svegliata e ho capito che stavo volando senza sapere come atterrare”.

Il resoconto della scrittrice, che dal 2019 si è ritirata dalla scena pubblica a causa della sindrome di Asperger, parla della “lotta con il dolore” di contusioni e fratture ma anche dell’incredulità per quanto accaduto durante il sonno. Il sonnambulismo è infatti un disturbo che si manifesta durante lo stadio più profondo del sonno non-REM ma che, raramente, si presenta in età adulta, interessando prevalentemente i bambini dagli 8 ai 12 anni. Tamaro ne ha però 66, il che rende la sua vicenda non ordinaria.

Cos’è il sonnambulismo

Il sonnambulismo, descritto anche come il disturbo di chi cammina nel sonno o svolge attività complesse mentre non è completamente sveglio, è un disturbo classificato come una parasonnia, ovvero un comportamento indesiderato che si può verificare mentre ci si addormenta, durante il sonno oppure al risveglio. Il sonnambulismo, in particolare, è quel comportamento che si manifesta durante il sonno N3, lo stadio più profondo del sonno non-REM (non-rapid eye movement). Generalmente, questa fase raggiunge il suo picco durante la prima parte della notte, per cui il sonnambulismo tende a manifestarsi nelle prime ore dopo essersi addormentati.

Episodi di sonnambulismo possono verificarsi a qualsiasi età, caratterizzati da comportamenti complessi come sedersi o camminare, di solito con gli occhi aperti ma senza la capacità di riconoscimento, anche se sono più frequenti nei bambini. Le stime indicano che 1 bambino su 5 abbia sperimentato almeno una volta un episodio di sonnambulismo, probabilmente legato al processo di sviluppo del cervello: si tratta infatti di un disturbo che riguarda prevalentemente l’età evolutiva e tende a scomparire durante l’adolescenza, sebbene a volte possa ripresentarsi o comparire anche in età adulta.

Qual è la causa del sonnambulismo

L’esatta causa del sonnambulismo non è nota, ma un crescente numero di ricerche suggerisce che gli episodi si verificano più frequentemente in presenza di familiarità.

Un ruolo chiave sarebbe quindi giocato da basi genetiche-familiari, sebbene sia nota una serie di fattori scatenanti, come stress, ansia, tensione emotiva, ma anche infezioni con febbre alta (soprattutto nei bambini), il consumo di alcolici e droghe, l’assunzione di determinati medicinali (come alcuni sedativi), oppure la presenza di rumori o stimoli improvvisi – ad esempio la necessità di andare in bagno oppure disturbi (come l’apnea ostruttiva del sonno) –  che possono causare una brusca interruzione del sonno profondo.

Cosa succede durante un episodio di sonnambulismo

Durante un episodio di sonnambulismo, una persona può semplicemente sedersi sul letto e guardarsi intorno, apparendo momentaneamente confusa, oppure alzarsi dal letto e camminare, aprire gli armadi, vestirsi o mangiare, mostrandosi apparentemente agitata.

Gli occhi del sonnambulo sono solitamente aperti, anche se durante l’episodio la persona non appare capace di riconoscere gli altri e ha una percezione limitata della realtà (può ad esempio non vedere ostacoli o dislivelli, per cui spesso può cadere), pur essendo in grado di rispondere oppure pronunciare frasi che tuttavia appaiono senza senso.

In alcuni rari casi, la persona può uscire di casa e svolgere attività complesse, come ad esempio guidare un’auto. La maggior parte degli episodi dura meno di 10 minuti, ma in alcuni casi le crisi possono essere più lunghe. Alla fine di ogni episodio, la persona può svegliarsi, oppure tornare a letto e addormentarsi.

Cosa fare in presenza di una persona sonnambula

Per gli altri, la cosa migliore da fare è assicurarsi che la persona sonnambula sia al sicuro, evitando di gridare o spaventarla, oppure di provare a trattenerla fisicamente, a meno che non sia in pericolo, poiché potrebbe reagire. Si può invece provare a parlarle dolcemente, mentre si cerca di riaccompagna a letto, toccandola delicatamente e solo se necessario.

Generalmente, chi soffre di sonnambulismo non ricorda l’episodio o può averne un ricordo parziale. Se svegliata durante il sonnambulismo, la persona può sentirsi confusa e non ricordare cosa è successo.

Quando il sonnambulismo si manifesta in età adulta

Il sonnambulismo è un disturbo dell’età evolutiva che tende a scomparire con l’adolescenza e che, piuttosto raramente, persiste in età adulta. Come indicato, la comparsa improvvisa di episodi di sonnambulismo può essere tuttavia favorita da fattori scatenanti, come stress, tensione emotiva, mancanza di sonno, irregolarità degli orari a cui si va a dormire, oppure essere legata al consumo di alcolici e droghe, o all’assunzione di alcuni farmaci, come ipnotici, sedativi o medicinali usati per i disturbi psichiatrici.

Se però gli episodi in età adulta si presentano senza una storia di sonnambulismo o in assenza di fattori scatenanti, possono essere correlati ad altre condizioni, incluse patologie di carattere neurologico o del comportamento.

Come si cura il sonnambulismo

Per il sonnambulismo non esiste una cura specifica, ma il trattamento è volto ad eliminare le cause scatenanti degli episodi. Le crisi occasionali di solito non richiedono cure mediche, ma in presenza di episodi ricorrenti o iniziano a manifestarsi in età adulta è opportuno consultare uno specialista.

In generale, può essere utile cercare di dormine a sufficienza e avere una routine regolare e rilassante prima di andare a dormire. Nei casi in cui gli episodi di sonnambulismo mettono a rischio se stessi o gli altri, possono essere di aiuto farmaci come le benzodiazepine o gli antidepressivi. Talvolta possono essere di aiuto anche la terapia cognitivo-comportamentale e l’ipnoterapia.

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