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Quanti e quali sono gli asteroidi che minacciano la Terra: serie lacune nella conoscenza dei rischi

Un’infografica della NASA mostra che i sistemi di difesa planetaria non hanno ancora rilevato la maggior parte degli asteroidi vicini alla Terra con un diametro di almeno 140 metri, quelli in grado di annientare in un istante un’intera città. Circa 50 quelli “nascosti” con un diametro superiore al chilometro.
A cura di Andrea Centini
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Pur essendo sempre più sofisticate e precise, anche grazie al supporto dell'intelligenza artificiale, le tecnologie impiegate nella Difesa Planetaria per monitorare il cielo e intercettare asteroidi – e comete – potenzialmente diretti verso la Terra non hanno ancora rilevato la maggior parte delle minacce limitrofe. Anzi, secondo un'infografica della NASA non siamo nemmeno lontanamente vicini dal farlo, soprattutto per quel che concerne gli asteroidi Near Earth (vicini alla Terra) con un diametro superiore ai 140 metri. Secondo le stime degli esperti, infatti, ce ne sarebbero circa 14.000 che non sono ancora stati identificati. Una lacuna enorme che deve essere colmata da assiduo lavoro e strumentazione sempre più raffinata, con l'obiettivo di prevedere un catastrofico impatto e prendere le necessarie contromisure. Perché come ampiamente noto, la Terra non è affatto immune da collisioni apocalittiche.

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Alla fine del Cretaceo, 66 milioni di anni fa, un asteroide con un diametro stimato di 10 – 14 chilometri si abbatté su quella che è l'attuale Penisola dello Yucatan, provocando la più nota estinzione di massa, quella che portò alla scomparsa dei dinosauri non aviani (oltre che di molti altri gruppi animali). Ma Chixulub non è stato l'unico grande asteroide “killer di pianeti” ad aver colpito il globo terracqueo: ce ne sono stati diversi altri. E altri ancora precipiteranno in futuro. Secondo gli scienziati, infatti, non è questione di se, ma di quando. Proprio perché non vogliamo fare la fine dei lucertoloni preistorici è stato messo in piedi il suddetto sistema di Difesa Planetaria, che monitora costantemente i "sassi spaziali" in orbita nei pressi della Terra e oltre, con l'obiettivo di prevedere potenziali impatti e scongiurarli in qualche modo. Ad esempio deviando i corpi celesti prima che sia troppo tardi. L'impatto cinetico con una sonda è una delle possibili soluzioni, come dimostrato dalla missione DART della NASA condotta con successo a settembre del 2022 (anche se non è stato coinvolto un colosso come Chicxulub).

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Il problema per noi, purtroppo, non è rappresentato solo dai giganti di roccia e metallo, ma anche dagli asteroidi più piccoli e difficili da rilevare. Secondo i calcoli degli scienziati sarebbe sufficiente un asteroide di 100 metri per distruggere un'intera città come New York City, provocando circa sei milioni di morti in pochissimi istanti. Ecco perché l'infografica pubblicata di recente dalla NASA è un chiaro segnale che dobbiamo fare di più e meglio per conoscere cosa “ronza” attorno al nostro pianeta. Ad oggi abbiamo identificato 10.541 NEO (Near Earth Objects) con diametro superiore ai 140 metri; come indicato ne restano ancora 14.000 da scovare. Più di quelli identificati fino ad oggi. Secondo lo stesso documento ci sarebbero anche 50 corpi celesti con diametro superiore al chilometro non ancora rilevati; per questi, fortunatamente, la maggior parte del lavoro è stato fatto, dato che ne abbiamo individuati 853.

Sono invece oltre 32.000 i NEO di tutte le dimensioni ad essere stati intercettati, grazie alle oltre 400.000.000 di osservazioni sottoposte al Minor Planet Center, il principale organismo internazionale che classifica e monitora i sassi spaziali. Del resto anche quelli “piccoli” di poche decine di metri possono creare grossi problemi; tutti ricordiamo la famosa meteora di Chelyabinsk che esplose nel cielo della Russia nel febbraio del 2013, ferendo circa 1.500 persone in un'area estesissima e poco popolata. Il diametro stimato era di circa 15 metri, mentre la massa di 10.000 tonnellate. Larga parte dell'asteroide si disintegrò impattando con l'atmosfera terrestre, ma l'onda d'urto provocò comunque danni significativi. Un asteroide di 100 metri su un'area densamente popolata, come specificato, provocherebbe una vera e propria ecatombe.

Credit: NASA
Credit: NASA

Ad oggi non ci sono minacce concrete e imminenti da parte degli asteroidi potenzialmente pericolosi già individuati, sebbene alcuni sono attenzionati speciali da parte delle agenzie aerospaziali. Fra essi ci sono Apophis di circa 340 metri, che compirà un passaggio estremamente ravvicinato alla Terra nel 2029. Fino a qualche anno fa, secondo i calcoli, aveva alcune probabilità di impatto proprio per quell'anno e il 2068. Fortunatamente per il prossimo secolo i rischi dovrebbero essere scongiurati. Per il 14 febbraio 2046 si erano calcolate alcune probabilità di impatto per l'asteroide di 50 metri (2023 DW), successivamente scartate. Anche l'asteroide Bennu di circa 500 metri, di cui la sonda OSIRIS-Rex ha recentemente portato sulla Terra alcuni campioni, non ha probabilità di impatto nei prossimi 100 anni, ma si calcola che ve ne sia 1 su 2.700 tra il 2.175 e il 2.099. Tra i più minacciosi figura (29075) 1950 DA che ha un diametro di circa 1,1 chilometri; al momento le probabilità di impatto sono di 1 su 8.300 per l'anno 2.880. Ad eccezione delle più ravvicinate, sono tutte stime che possono variare in positivo o in negativo, alla luce dei tempi lunghi (perlomeno per la concezione umana) e le possibili modifiche alle orbite degli asteroidi. Se non siamo costantemente bersagliati da questi corpi celesti lo dobbiamo all'influenza gravitazionale di Giove, che tiene alla larga da noi la maggior parte di essi.

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