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Covid 19

Quali sono i sintomi di Covid della variante Eris dominante in Italia

La variante EG.5, più conosciuta con il nome di Eris, è ad oggi la variante dominante in Italia, dove (dati di dicembre 2023) rappresenta la maggior parte dei casi di Covid sequenziati: fa parte della grande famiglia Omicron, con cui condivide i principali sintomi di infezione.
A cura di Valeria Aiello
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La variante EG.5, più conosciuta con il nome di Eris, continua a guadagnare terreno in Italia, dove si conferma il ceppo dominante, rappresentando la maggior parte dei casi di Covid sequenziati nel nostro Paese. La più recente flash survey dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS) indica che i casi di infezione associati ad Eris e ai suoi diversi lignaggi discendenti (tra cui HV.1) rappresentano il 52,1% dei campioni sequenziati, in co-circolazione con altri ceppi appartenenti alla grande famiglia Omicron, tra cui le varianti XXB.1.5 (12,9%) e BA.2.86 (10,8%), rispettivamente note come Kraken e Pirola che, nel complesso, hanno fatto registrare un nuovo aumento dei contagi (dati al 6 dicembre 2023) in un periodo in cui la somministrazione dei nuovi vaccini aggiornati fatica a decollare.

Nell’ultimo periodo, in particolare, la variante Eris e i suoi sotto-lignaggi hanno mostrato un aumento della prevalenza, con range regionali che vanno dal 20% al 70% e che in alcune Regioni superano anche di 10 punti percentuali la media nazionale, in particolare in Lombardia, Emilia Romagna, Umbria, Campania, Abruzzo e Provincia Autonoma di Bolzano. Situazione analoga diversi altri Paesi in Europa e negli Stati Uniti, dove la circolazione di Eris e dei suoi sotto-lignaggi è particolarmente sostenuta insieme alla variante Pirola e dove, la maggiore diffusione dei virus stagionali, come quelli dell’influenza e di altre malattie respiratorie, sta facendo registrare a un aumento delle sindromi simil-influenzali, soprattutto nei bambini, sebbene i livelli complessivi di ricoveri ospedalieri rimangano bassi.

Una circostanza che sta richiamando l’attenzione sui sintomi di Covid più comuni, come mal di gola, tosse e naso che cola, sulle differenze con i sintomi scatenati da altre malattie respiratorie, e sui rischi rappresentati dalla variante Eris, per la quale evidenze scientifiche ad oggi disponibili escludono cambiamenti nella gravità dell’infezione, pur suggerendo una sua più alta capacità di evasione immunitaria rispetto al ceppo da cui ha avuto origine (XBB.1.9.2).

Covid, i sintomi della variante Eris a dicembre 2023

Secondo gli ultimi dati dello Zoe Health Study, il progetto attraverso cui si possono segnalare i segni clinici di Covid sperimentati dopo il contagio, i sintomi più comuni della variante Eris sono simili a quelli riportati per le ultime varianti di Omicron e riguardano principalmente i disturbi delle vie respiratorie superiori, come mal di gola, tosse, congestione nasale e naso che cola.

I sintomi più comuni sono:

  • Mal di gola
  • Naso che cola
  • Naso chiuso
  • Starnuti
  • Tosse secca
  • Mal di testa
  • Tosse grassa
  • Voce rauca
  • Dolori muscolari e articolari
  • Alterazioni del senso dell’olfatto

Meno comuni febbre e anosmia

Tra questi dieci sintomi non è presente la febbre che, da quando le diverse varianti Omicron hanno cominciato a circolare, è un segno di infezione molto meno frequente, così come la mancanza di respiro e la perdita dell’olfatto (anosmia).

L’anosmia, in particolare, è da tempo fuori dalla top ten dei sintomi più comuni (attualmente in 14° posizione), nonostante sia stato un indicatore chiave di Covid e Long Covid nelle prime fasi della pandemia. Dolore e bruciore alla gola, starnuti più frequenti e mal di testa sono invece diventati segni più frequenti di infezione, spesso sottovalutati da chi ha contratto il Covid.

Come distinguere Eris dalle altre varianti Covid

Rispetto ad altre varianti, i sintomi delle varianti Omicron di cui Eris, i suoi sotto-lignaggi e le altre varianti come Pirola e Kraken fanno parte, sono cambiati rispetto a quelli provocati dalle forme virali circolate nelle prime fasi della pandemia. La ragione di questo cambiamento è da ricercare nell’introduzione dei vaccini e nell’emergere di forme mutate che hanno in parte perso la loro capacità di infettare le cellule, il che tende a ridurre la gravità dell’infezione. Ciò significa che le forme di Covid scatenate da queste nuove varianti interessano più frequentemente le vie respiratorie superiori, pur mostrando una più alta capacità di evasione immunitaria che determina una maggiore frequenza di reinfezioni.

Tuttavia, riconoscere quale sia la variante che ha causato l’infezione dai soli sintomi è molto difficile, in quanto le forme virali attualmente in circolazione fanno tutte parte della grande famiglia Omicron e condividono una sintomatologia molto simile, la cui gravità dipende solitamente più dall’immunità di una persona che dalla variante che ha causato l’infezione. Il solo modo per sapere con certezza di quale variante si tratti è il sequenziamento del genoma virale, un tipo di analisi che viene eseguito da laboratori specializzati.

Le differenze dei sintomi tra variante Eris e influenza

In caso di infezione da virus dell’influenza, distinguere i sintomi della sindrome influenzale da quelli del Covid è complicato, in quanto anche in questo caso entrambe le malattie respiratorie hanno una sintomatologia simile. Ci sono però alcuni segnali che possono essere un indicatore di Covid e che sono legati ai tempi con cui i sintomi dell’infezione si manifestano: in caso di influenza, compaiono generalmente dopo un periodo più breve di incubazione (1-4 giorni) rispetto ai 2-7 giorni del Covid e possono presentarsi in maniera meno severa.

In altre parole, la presenza di un mal di gola molto forte o di tosse persistente può essere un chiaro segnale di Covid. Al contrario, sintomi come la febbre e brividi possono suggerire che si tratti di influenza dal momento che, con Eris e altre varianti attualmente in circolazione, le forme febbrili del Covid sono diventate meno frequenti, così come meno spesso si osservano la mancanza di respiro e la perdita dell’olfatto.

Per una diagnosi certa, si può eseguire il test del tampone, ormai ampiamente disponibile in farmacia e nelle para-farmacie, anche nella versione rapida fai-da-te. In commercio ci sono anche i tamponi combinati, in grado di rilevare contemporaneamente sia l’infezione da Sars-Cov-2 sia quella da virus dell’influenza.

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