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Pomodori geneticamente modificati, la decisione Usa segna una pietra miliare per le colture OGM

A partire dal 2023, i pomodori viola sviluppati dalla Norfolk Plant Sciences potranno essere coltivati anche negli orti domestici degli americani.
A cura di Valeria Aiello
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I pomodori viola della Norfolk Plant Sciences / NPS
I pomodori viola della Norfolk Plant Sciences / NPS

Sulle tavole degli americani che, secondo le ultime stime, consumano mediamente 80 kg di prodotti geneticamente modificati ogni anno, stanno per arrivare anche i pomodori OGM coltivati negli orti di casa. A partire dal 2023, tutti i cittadini (e non solo i coltivatori professionisti) potranno infatti acquistare i semi e coltivare sul suolo degli Stati Uniti un tipo di pomodoro geneticamente modificato, il “Big Purple Tomato” della Norfolk Plant Sciences, un’azienda britannica specializzata in OGM che oltre un decennio fa ha sviluppato i primi pomodori viola ad alto contenuto di antiossidanti. Questo prodotto, precedentemente soggetto alle limitazioni della normativa USA sul “Movement of Organisms Modified or Produced through Genetic Engineering”, ha appena ottenuto il via libera da parte del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) che ha stabilito che “la pianta può essere coltivata in sicurezza”, liberalizzandone di fatto anche la coltivazione domestica.

La decisione dell’USDA si è basata sul parere favorevole dell’Animal and Plant Health Inspection Service (APHIS), l’Agenzia federale responsabile della protezione e della salute di piante e animali, che ha esaminato il “Big Purple Tomato” della Norfolk Plant Sciences indicando che “è improbabile che la pianta presenti un rischio maggiore di parassiti rispetto ad altri pomodori coltivati”.

Il “Big Purple Tomato”, il pomodoro OGM ricco di antiossidanti

Questo pomodoro dal colore stravagante, sviluppato nel 2008 dal team guidato dalla professoressa Cathie Martin del John Innes Center di Norwich, Inghilterra, ha la caratteristica di contenere nella sua polpa viola un alto livello di antiossidanti, in particolare di antociani, sostanze che sono molto importanti per il benessere dell’organismo umano – ne sono ricchi i mirtilli, le more, il cavolo viola… – ma che nei classici pomodori sono in genere presenti in scarse quantità. Ciò significa che i geni che producono gli antociani si trovano comunque nel DNA dei normali pomodori, ma che nella maggior parte dei casi non espressi: motivo per cui i ricercatori hanno aggiunto due geni di bocca di leone (un fiore dai colori vivaci) per attivare l’innata capacità di questi ortaggi di produrre antociani.

Dalla creazione del “Big Purple Tomato”, il percorso di approvazione normativa del prodotto è stato lungo e accidentato, come spiegato dal professor Jonathan Jones del Sainsbury Laboratory dell’Università di Cambridge. “Quando Cathie ed io abbiamo fondato la Norfolk Plant Sciences quasi 15 anni fa per immettere sul mercato pomodori viola geneticamente migliorati, non avremmo mai pensato che ci sarebbe voluto così tanto tempo per ottenere l’approvazione normativa. Questo è un giorno di festa per il miglioramento delle colture, con l’approvazione di un prodotto benefico da parte dell’USDA”.

Anche se è creato nel Regno Unito, il prodotto non ha ancora ricevuto l’approvazione delle autorità britanniche. La decisione USA, tuttavia, rappresenta una pietra miliare nella liberalizzazione della vendita e della coltivazione degli OGM. “Come Norfolk Plant Sciences attendiamo quadri normativi ragionevoli anche nel Regno Unito, sia per questi prodotti sia per proteggere le nostre principali colture dalle malattie attraverso la genetica” ha concluso Jones.

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