Le tartarughe marine verdi stanno diventando tutte femmine a causa nostra: rischiano l’estinzione
Le tartarughe marine sono tra gli animali più minacciati del pianeta e alcune delle sette specie sono classificate in pericolo di estinzione (codice CR) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale organo deputato al monitoraggio della biodiversità. Tra esse figura la tartaruga verde (Chelonia mydas), i cui esemplari negli ultimi decenni sono drasticamente diminuiti a causa di bracconaggio, collisioni con le navi, distruzione dell'habitat naturale e “reti fantasma”, in cui restano intrappolate andando incontro a una morte atroce.
Ma c'è un'altra, subdola e insidiosissima minaccia che incombe su questi meravigliosi animali marini: come evidenziato dallo studio “Environmental Warming and Feminization of One of the Largest Sea Turtle Populations in the World”, infatti, a causa del cambiamento climatico stanno nascendo quasi tutte femmine. In questi rettili, infatti, il sesso del nascituro viene stabilito dalla temperatura ambientale in cui maturano le uova deposte; temperature più alte fanno nascere femmine, più basse i maschi. A causa della crisi climatica in corso si calcola che, in un'area settentrionale della Grande Barriera Corallina, il 99,1 percento dei nuovi nati di tartaruga verde è femmina. Ciò significa che le tartarughe hanno difficoltà estrema a trovare un compagno con cui riprodursi, con un impatto drammatico per l'intera specie. E con temperature sempre più alte i maschi potrebbero sparire definitivamente, condannando le tartarughe all'inevitabile estinzione.
Un gruppo di ricerca ha appena scoperto che c'è un'altra terribile minaccia che mette a repentaglio la sopravvivenza delle tartarughe verdi: la femminilizzazione provocata dall'esposizione da agenti inquinanti derivati dalle attività umane, in particolar modo metalli pesanti come cadmio e antimonio e alcuni contaminanti organici. Essi si accumulano nell'organismo della madre durante il foraggiamento e vengono trasferiti alle uova, favorendo la nascita delle femmine poiché hanno una funzione di “xenoestrogeni” che si legano ai recettori degli ormoni sessuali femminili, come indicato dagli autori dello studio. A condurre la nuova indagine un team di ricerca australiano guidato da scienziati dell'Australian Rivers Institute – School of Environment and Science dell'Università Griffith, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università del Queensland, dell'Università della Sunshine Coast e del World Wildlife Fund for Nature-Australia.
I ricercatori, coordinati dal dottor Jason van de Merwe, ecologo marino ed ecotossicologo, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver monitorato 17 covate di tartaruga verde, raccolte e seppellite nell'Isola di Heron, vicino a sensori in grado di misurare temperatura e altri parametri. Quando le uova si sono schiuse, gli studiosi hanno analizzato il sesso dei piccoli e valutato la concentrazione di 18 metalli e contaminanti organici come “idrocarburi policiclici aromatici (IPA), i bifenili policlorurati (PCB) e gli eteri di difenile polibromurato (PBDE)”, si legge nel comunicato stampa dell'Università Griffith. Dalle analisi è emerso che nei nidi in cui la prevalenza di femmine era maggiore i piccoli presentavano una superiore concentrazione degli inquinanti nel fegato.
“Questi contaminanti sono tutti noti o sospettati di funzionare come ‘xenoestrogeni' o molecole che si legano ai recettori degli ormoni sessuali femminili”, ha dichiarato il professor de Merwe. “Da questi risultati abbiamo concluso che questi contaminanti imitano la funzione dell'ormone estrogeno e tendono a reindirizzare i percorsi di sviluppo verso le femmine”, gli ha fatto eco il dottor Arthur Barraza, coautore dello studio. “Mentre il rapporto tra i sessi si avvicina al 100% di femmine, diventa sempre più difficile per le tartarughe femmine adulte trovare un compagno, il che è particolarmente importante alla luce dei cambiamenti climatici che stanno già rendendo le spiagge di nidificazione più calde e maggiormente influenzate dalle femmine”, ha chiosato l'esperto. I dettagli della ricerca “Exploring contaminants as a disruptor of temperature-dependent sex determination in sea turtle hatchlings” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science.