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Perché le cannucce in carta e bambù non sarebbero un’alternativa così ecologica, secondo uno studio

Analizzando decine di cannucce di marche e materiali differenti, comprese quelle di carta e bambù, gli scienziati hanno rilevato tracce di PFAS quasi in ogni campione. Le famigerate “sostanze chimiche per sempre” sono state associate a condizioni di salute e impatto ambientale.
A cura di Andrea Centini
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Analizzando decine di cannucce realizzate in diversi materiali, comprese quelle ecologiche in carta e bambù, gli scienziati hanno scoperto quasi in ogni campione tracce di PFAS, le famigerate sostanze perfluoroalchilice (PFAS), balzate agli onori della cronaca internazionale con il poco lusinghiero nome di “sostanze chimiche per sempre”. Si tratta infatti di composti chimici inquinanti di larghissimo impiego (sin dagli anni '50 del secolo scorso), così soprannominate a causa della resistenza alla degradazione e alla conseguente persistenza nell'ambiente. Vengono utilizzate nel rivestimento antiaderente di pentole e padelle, schiume antincendio, contenitori per il cibo, vernici, insetticidi, tessuti e una pletora di altri prodotti grazie alle loro proprietà. Sono onnipresenti e responsabili di significative contaminazioni ambientali, anche in Italia (soprattutto nell'area veneta). Le PFAS sono state associate dagli studi a molteplici condizioni mediche, tra le quali cancro, ipertensione, diabete ed effetti negativi su sviluppo e fertilità, trattandosi di interferenti endocrini che alterano gli equilibri ormonali. Sapere che queste sostanze sono presenti anche nelle cannucce “ecologiche” potrebbe rappresentare un potenziale pericolo per la salute e l'ambiente.

A scoprire le PFAS nelle cannucce è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Dipartimento di Biologia dell'Università di Anversa (Belgio), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della sezione di Ricerca integrata sulla fisiologia vegetale molecolare e del Centro tossicologico presso il Dipartimento di scienze farmaceutiche. I ricercatori, coordinati dal professor Thimo Groffen, scienziato ambientale presso l'ECOSPHERE dell'ateneo belga, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver testato decine di marche diverse di cannucce realizzate in vari materiali, come vetro, plastica, acciaio inossidabile, carta e bambù. Le PFAS sono state trovate in tutti i tipi di cannuccia, tranne che in quelle in acciaio. Sono andati a caccia di 29 di queste sostanze (in tutto quelle conosciute sono oltre 15.000) attraverso un esame di laboratorio chiamato spettrometria di massa ad alta risoluzione, rilevandole praticamente ovunque, anche in quelle composte da materiali considerati ecocompatibili come la carta e il bambù. Non è chiaro come queste sostanze finiscano nelle cannucce, ma è possibile che per renderle idrorepellenti (si tratta di una delle proprietà più note e apprezzate nei processi industriali) le PFAS vengano aggiunte dai produttori deliberatamente, inoltre è possibile che vengano realizzate con materiali riciclati che le contenevano dapprincipio.

Ciò che è certo è che molte di queste cannucce contengono sostante chimiche per sempre ed è un problema, perché una volta riciclate possono continuare a mantenere in “circolo” le sostanze finendo in nuovi prodotti, inoltre se vengono incenerite o disperse le PFAS possono contaminare l'ambiente. Queste sostanze sono note anche per accumularsi anche nel nostro organismo, con effetti sulla salute non ancora del tutto chiari. A rendere i risultati ancor più preoccupanti, il fatto che la sostanza perfluoroalchilica più comune rilevata è stata l'acido perfluoroottanoico (PFOA), che è stato vietato in molti Paesi negli ultimi anni.

Ad oggi, come specificato, non è possibile stabilire con precisione quali possano essere gli effetti su salute e ambiente, ma è chiaro che le cannucce biodegradabili ed ecocompatibili potrebbero non essere così “amiche dell'ambiente” come si lascia intendere. I dettagli della ricerca “Assessment of poly- and perfluoroalkyl substances (PFAS) in commercially available drinking straws using targeted and suspect screening approaches” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Food Additives & Contaminants.

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