Operativo il primo robot che stampa in 3D la pelle per i pazienti ustionati: “È una rivoluzione”

All'ospedale Concord di Sydney, in Australia, si sta facendo la storia della medicina e in particolar modo della chirurgia rigenerativa. È infatti entrato in funzione il primo robot progettato per stampare in 3D la pelle per pazienti ustionati, che viene depositata direttamente sulle ferite. “Questo è il futuro. È la prima volta al mondo, al Concord Hospital, che la stampa 3D avviene direttamente al letto del paziente”, ha affermato in un comunicato stampa la dottoressa Jo Maitz, che dirige il team di chirurghi ricostruttivi e scienziati specializzati in ustioni. Al momento si tratta di un progetto sperimentale che coinvolge un numero limitato di partecipanti, inoltre si sta testando l'efficacia del macchinario solo sulle ferite chirurgiche eseguite su pazienti ustionati per ottenere un innesto cutaneo. Tuttavia l'obiettivo è passare alle ferite profonde e alle ustioni vere e proprie, una procedura che rivoluzionerà il trattamento di queste lesioni estremamente pericolose.
Le ustioni gravi ed estese rappresentano infatti un pericolo significativo per la vita, non solo per il rischio diffuso di infezioni, ma anche per la perdita di liquidi e nutrienti preziosi, il rischio di infiammazione estesa e insufficienza multiorgano. Senza contare il dolore atroce che possono comportare. Alcuni anni fa scienziati brasiliani del Centro di ricerca e sviluppo dei farmaci (NPDM) presso l'Università Federale del Ceará (UFC) hanno dimostrato che l'applicazione sulle ustioni della pelle dei pesci tilapia ricca di collagene è molto efficace nell'accelerare la guarigione e ridurre i rischi di infezione. Ma chiaramente non è un metodo esportabile efficacemente in tutto il mondo. Il robot coinvolto nella stampa 3D della pelle si chiama “LIGO” ed è un dispositivo innovativo che potrebbe essere installato nei centri per grandi ustionati dei nosocomi specializzati. Lo strumento deposita uno dopo l'altro i vari strati della pelle ottenuta da cellule estratte dai pazienti riceventi e biomateriali, agevolando una ricostruzione “precisa e in situ dei tessuti molli”, come spiegato dall'azienda costruttrice Inventia Life Science.
Tra i primi pazienti a essere sottoposti alla nuova tecnologia vi è l'infermiera Rebecca Jane Torbruegge, rimasta ustionata a una gamba mentre pilotava un go-kart. La donna ha deciso di partecipare alla sperimentazione sulla base dei risultati dei primi trial clinici ad hoc, che hanno dimostrato come la pelle stampata in 3D è in grado di accelerare la guarigione – un po' come la pelle del pesce tilapia – e ridurre il dolore insopportabile. “Sono rimasta davvero sorpresa che non sentissi dolore – me l'aspettavo, almeno nel punto in cui mi hanno prelevato l'innesto – ma è andato tutto bene. Il problema più grande è stato rimanere immobile per sei giorni!”, ha dichiarato la dottoressa Torbruegge.
L'avvio della sperimentazione alla Concord Burns Unit dell'ospedale di Sydney è stata accolta con entusiasmo anche dal ministro della Salute del Nuovo Galles del Sud Ryan Park, che si è recato al nosocomio per sottolineare l'importanza della ricerca e ringraziare l'equipe guidata dalla dottoressa Maitz, oltre che i pazienti. “Si tratta di una tecnologia rivoluzionaria che può fare la differenza per le persone con ustioni e perdite di tessuti molli e che rafforza ulteriormente la reputazione della Concord Burns Unit come centro di eccellenza in via di sviluppo per la cura delle ustioni a livello globale”, ha affermato il ministro Park. “Sappiamo che le persone con ustioni gravi devono affrontare una serie di complicazioni mediche, tra cui la guarigione delle ferite e la formazione di cicatrici, quindi questa scoperta offre un nuovo approccio promettente per accelerare la guarigione, ridurre il dolore e migliorare i risultati a lungo termine per i pazienti”, ha chiosato il ministro. La speranza è che il robot LIGO risulti efficace come promette e che questa tecnologia possa essere presto disponibile in tutto il mondo.