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Medico dell’Antica Roma sepolto con bisturi, aghi e pinzette: scoperta archeologica straordinaria

Un medico romano morto 2.000 anni fa è stato sepolto con la sua attrezzatura, perfettamente conservata in due scatole di legno trovate nella sua tomba. All’interno bisturi con lame in acciaio intercambiabili, aghi, pinze e una pietra per pestare le erbe medicinali. Trovati anche i residui dei farmaci.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Università di Eötvös Loránd
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In un sito archeologico di Jászberény, una città di circa 30mila anime nel cuore dell'Ungheria centro-orientale, è stata fatta una scoperta straordinaria: gli scienziati hanno infatti rinvenuto la tomba di un medico romano morto circa 2000 anni fa, che è stato sepolto con almeno una parte della sua attrezzatura professionale. Gli studiosi hanno trovato pinzette, aghi e bisturi  in rame e argento finemente decorati, che avevano anche lame in acciaio intercambiabili. Gli strumenti, conservati in uno stato eccezionale, erano riposti in due piccole casse di legno poste ai piedi dello scheletro, mentre all'altezza del ginocchio è stata trovata una pietra consumata. Anche quella, secondo gli esperti, faceva parte della sua attrezzatura da lavoro. Molto probabilmente veniva utilizzata per pestare erbe e altri composti officinali, per mettere a punto i farmaci dell'epoca (ne sono stati trovati dei residui). Non si esclude che potesse essere utilizzata anche come cote per affilare gli strumenti del mestiere. Si tratta di una scoperta talmente rara e affascinante che in letteratura scientifica è noto un solo precedente analogo dal punto di vista della completezza e della conservazione, rinvenuto a Pompei.

Credit: Università di Eötvös Loránd
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A scoprire la tomba del medico è stato un team di ricerca ungherese guidato da archeologi dell'Università Eötvös Loránd (ELTE) e dell'Eötvös Loránd Research Network (ELKH), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Museo Jász. I ricercatori, coordinati dal dottor Leventu Samu dell'Istituto di Archeologia, hanno individuato il sito archeologico grazie a una tecnica di rilevazione con un magnetometro, che identifica le alterazioni / anomalie del campo magnetico terrestre suggerendo la presenza di elementi degni di interesse sotto il suolo. Scavando in loco è stato trovato un sito funerario risalente al I secolo dopo Cristo, dunque risalente a circa 2.000 anni fa.

“L'esame degli strumenti rivelò rapidamente che si trattava di un complesso funerario romano e la tomba era quella di un medico, la cui attrezzatura era stata collocata in due scatole di legno accanto ai suoi piedi. La tomba conteneva i resti di un uomo di età compresa tra i 50 ei 60 anni senza segni di traumi o malattie. La tomba era quasi del tutto intatta. Conteneva pinzette, aghi e bisturi di alta qualità adatti per operazioni chirurgiche, oltre a resti di medicinali”, ha dichiarato il dottor Samu durante una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi.

Credit: Università di Eötvös Loránd
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È interessante notare che all'epoca questa regione dell'Ungheria era occupata dai barbari (i Sarmati), talvolta alleati e altre volte nemici di Roma. È verosimile che il medico, dopo l'addestramento in un centro dell'impero, sia giunto sin questo luogo remoto per aiutare qualcuno del posto, probabilmente una figura di un certo rilievo sociale, forse un aristocratico o un comandante militare di alto grado. Ma non si esclude che potesse essere un medico assegnato a una legione di soldati romani, come spiegato a History Channel dal dottor András Gulyás, archeologo e museologo del Museo Jász, Dopo aver perso la vita – verosimilmente per cause naturali, non avendo segni di traumi – il medico è stato sepolto con tutti gli onori del caso per un professionista dell'epoca. È una storia davvero degna di un romanzo o un film epico.

Credit: Università di Eötvös Loránd
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Lo studioso ungherese ha inoltre sottolineato l'importanza della scoperta anche dal punto di vista della storia della Medicina, le cui radici affondano a decine di migliaia di anni fa. Recentemente un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Griffith del Queensland (Australia) ha scoperto che la più antica amputazione nota risale a ben 31mila anni fa: coinvolse un bambino di una decina di anni che perse una parte della gamba sinistra (recisa dai “chirurghi” dell'epoca a seguito di una malattia o un brutto incidente).

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