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L’EMA non raccomanda la quarta dose di vaccino Covid: “Al momento prove scientifiche insufficienti”

La quarta dose di vaccino Covid non è supportata da evidenze scientifiche, pertanto al momento l’EMA non la raccomanda per la popolazione generale.
A cura di Andrea Centini
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Durante l'ultima conferenza stampa dedicata all'emergenza pandemica l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha comunicato che in questo momento non ci sono prove sufficienti né dalla sperimentazione clinica né dal mondo reale per raccomandare la quarta dose (il secondo booster o richiamo) di vaccino anti Covid alla popolazione generale. A specificarlo il dottor Marco Cavaleri, responsabile della strategia vaccinale dell'agenzia europea. Lo stesso Cavaleri aveva dichiarato nel press briefing di gennaio l'inopportunità di contenere la pandemia scatenata dal coronavirus SARS-CoV-2 con vaccini somministrati ogni 3 – 4 mesi, una soluzione non supportata dalle evidenze scientifiche. Alcuni scienziati avevano anche ipotizzato che forzare l'organismo con troppe dosi a breve distanza l'una dall'altra potrebbe avere effetti controproducenti sul sistema immunitario, indebolendolo invece che rinforzarlo.

È interessante notare che durante il suo intervento il dottor Cavaleri ha fatto uno specifico riferimento ai dati provenienti da Israele. Il Paese mediorientale, pioniere della campagna vaccinale anti Covid, è infatti l'unico al mondo ad aver approvato una quarta dose per determinate categorie della popolazione, quelle più esposte al rischio di infezione e alla COVID-19 severa, ovvero persone con età uguale o superiore ai 60 anni, pazienti fragili con sistema immunitario compromesso e operatori sanitari. Dai primi risultati di uno studio condotto da scienziati del Weizmann Institute of Science è emerso che, quando il secondo booster viene somministrato ad almeno 4 mesi dal primo (la terza dose), è in grado di abbattere di oltre quattro volte il rischio di malattia grave rispetto alle tre dosi. Un'altra indagine preliminare condotta su centinaia di operatori sanitari dello Sheba Medical Center di Tel HaShomer aveva invece rilevato che la quarta dose è meno efficace contro la variante Omicron (B.1.1.529), non prevenendo l'infezione. È interessante notare che la strategia delle quattro dosi, approvata dopo un periodo di riflessione, è stata attuata in Israele proprio per contenere l'ondata della nuova variante elusiva e super contagiosa, emersa alla fine di novembre in Sudafrica.

Alla luce di questi e altri risultati, provenienti sia da trial clinici che dalle indagini epidemiologiche nel mondo reale, come indicato l'Agenzia Europea per i Medicinali al momento ritiene che non ci sono prove scientifiche sufficienti per raccomandare la quarta dose. La decisione è in linea con quanto dichiarato a Fanpage.it dal virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, secondo il quale una quarta dose sarà dedicata alle categorie più a rischio e prima della stagione fredda. Lo scienziato ci vedrebbe lo stesso schema della strategia vaccinale contro l'influenza. Naturalmente, qualora venisse approvata, verrebbe utilizzata una versione aggiornata del vaccino anti Covid. Tutto questo nella speranza che non emerga una nuova variante di preoccupazione con caratteristiche più minacciose di quelle della Omicron. Il rischio, fin quando i vaccini non saranno distribuiti e somministrati uniformemente alle popolazioni di tutto il mondo, sarà sempre concreto e da non sottovalutare.

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