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La masturbazione è figlia dell’evoluzione, è sana e ci protegge: i risultati di un nuovo studio

La masturbazione è comune nel Regno Animale, ma è particolarmente presente nei primati, ai quali appartiene anche l’essere umano. Un nuovo studio ha dimostrato che ha uno scopo evolutivo ed è un comportamento sessuale sano.
A cura di Andrea Centini
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Secondo un nuovo studio la masturbazione ha uno scopo evolutivo, favorendo la riproduzione e proteggendo dagli agenti patogeni trasmessi attraverso i rapporti sessuali. Si tratta dunque di un comportamento sano, ben radicato nei primati (esseri umani compresi), sebbene i suoi benefici in termini di fitness – ovvero il successo riproduttivo, la capacità di procreare – non sembrino immediatamente chiari. Anzi, sin troppo spesso la masturbazione è considerata un tema pruriginoso e viene addirittura accostata a comportamenti patologici e socialmente inaccettabili, una sorta di “sottoprodotto di un'elevata eccitazione sessuale sottostante”, come spiegato dagli autori del nuovo studio. Ma l'autoerotismo, come indicato, sembra giocare un ruolo molto importante nell'evoluzione dei primati.

A determinarlo è stato un team di ricerca britannico guidato da scienziati del Dipartimento di Antropologia dello University College di Londra e dell'Istituto di Zoologia dell'autorevole Zoological Society of London, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro per la Ricerca su Biodiversità e Ambiente – Dipartimento di Genetica, Evoluzione e Ambiente e dell'Università Queen Mary. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Matilda Brindle, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver raccolto un gran numero di dati, il più ricco in assoluto dedicato alla masturbazione dei primati. Le informazioni sono state elaborate a partire da circa 400 fonti, come indicato in un comunicato stampa. Tra esse figurano “246 articoli accademici pubblicati e 150 questionari e comunicazioni personali di primatologi e guardiani dello zoo”. Dall'analisi di questi dati i ricercatori hanno ottenuto un'ampia veduta d'insieme della masturbazione,  ritenendo molto probabile che l'autoerotismo fosse un comportamento diffuso anche nell'antenato comune di tutte le scimmie. La masturbazione, del resto, è comune nel Regno Animale, tuttavia nei primati – ordine di mammiferi al quale appartiene anche l'Homo sapiens – è particolarmente presente, nonostante sia apparentemente non funzionale.

Ma quali vantaggi evolutivi offrirebbe la masturbazione? La dottoressa Brindle e colleghi hanno avanzato alcune ipotesi per i maschi, delle quali due più significative. La prima di esse è quella chiamata “ipotesi di selezione postcopulatoria”, che garantirebbe un maggior successo riproduttivo in un contesto di grande competizione fra gli esemplari di sesso maschile. La masturbazione senza eiaculazione aiuterebbe i maschi a eccitarsi prima del rapporto e a eiaculare più rapidamente durante l'atto; ciò sarebbe d'aiuto per i maschi di basso rango sociale, che hanno poco tempo a disposizione prima di essere scacciati da quelli più forti e dominanti. Quella con eiaculazione, d'altro canto, favorirebbe la sostituzione dello sperma più “vecchio” e di scarsa qualità con una sostanza più fresca e vitale, in grado di competere meglio con gli spermatozoi rilasciati da altri maschi nel tratto riproduttivo femminile.

La seconda ipotesi, sempre per i maschi, è invece legata all'evitare i patogeni dopo l'accoppiamento: la masturbazione, in parole semplici, permetterebbe di pulire l'uretra con l'eiaculato, riducendo di fatto il rischio di infezioni sessualmente trasmesse, che molto spesso colpiscono proprio il tratto urinario. La masturbazione è ben presente anche nelle femmine, tuttavia i dati raccolti dagli scienziati non sono sufficienti per determinare gli aspetti evolutivi della stessa. Saranno necessari studi più approfonditi per comprenderla da questo punto di vista.

“I nostri risultati aiutano a far luce su un comportamento sessuale molto comune, ma poco compreso, e rappresentano un progresso significativo nella nostra comprensione delle funzioni della masturbazione. Il fatto che il comportamento autosessuale possa svolgere una funzione adattativa, sia onnipresente in tutto l'ordine dei primati e sia praticato da membri in cattività e selvaggi di entrambi i sessi, dimostra che la masturbazione fa parte di un repertorio di comportamenti sessuali sani”, ha chiosato la professoressa Brindle. E non si tratterebbe solo di un comportamento “sano”. Come dimostrato in uno studio statistico condotto su 30mila uomini dall'Università di Harvard, infatti, masturbarsi oltre 20 volte al mese ridurrebbe sensibilmente il rischio di sviluppare il cancro alla prostata. I dettagli della nuova ricerca “The evolution of masturbation is associated with postcopulatory selection and pathogen avoidance in primates” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Proceedings of The Royal Society B.

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