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Innovativo farmaco sperimentale previene il rischio di infarto rimuovendo le placche dalle arterie

Il farmaco sperimentale apolipoproteina apoA-I è in grado di staccare le placche provocate dall’aterosclerosi riducendo il rischio di infarto del miocardio.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo e rivoluzionario farmaco sperimentale è in grado di rimuovere le placche che si formano all'interno delle arterie e ripulirle, prevenendo così il rischio di infarto. Questa diffusa condizione medica si determina quando i tessuti o gli organi non ricevono “un adeguato apporto di sangue e ossigeno dalla circolazione arteriosa”, spiega l'Istituto Humanitas, a causa dell'ostruzione – parziale o totale – del lume delle arterie, che può essere innescata proprio da queste placche. Il farmaco, chiamato apolipoproteina apoA-I, come specificato agisce eliminando il problema alla fonte, riducendo così le probabilità di sviluppare l'infarto del miocardio. Assieme all'infarto del tessuto cerebrale, comunemente noto come ictus ischemico, rappresenta la principale causa di morte nei Paesi industrializzati, pertanto l'impatto del medicinale può essere estremamente significativo.

Un trattamento di questo genere può essere considerato un vero e proprio cambio di paradigma nella prevenzione della diffusa e pericolosa patologia cardiovascolare. Normalmente, infatti, come indicato dall'istituto di ricerca lombardo l'aterosclerosi – cioè l'accumulo di queste placche nel lume delle arterie – appare come “un processo irreversibile e in potenziale continua espansione”. Esso è legato a molteplici fattori che spaziano dall'invecchiamento al colesterolo alto, passando per il vizio del fumo e dell'alcol, il sovrappeso, la vita sedentaria, il diabete, l'ipertensione e altro ancora. Fino ad oggi la prevenzione dell'infarto si basava proprio nel prevenire l'accumulo di queste placche, ad esempio seguendo uno stile di vita sano e facendo attività fisica. Con l'apolipoproteina apoA-I si può agire dove il problema è già presente.

Il nuovo farmaco viene attualmente testato da un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center della Scuola di Medicina dell'Università di Harvard, che stanno collaborando con oltre mille istituti in tutti il mondo. L'obiettivo è coinvolgere oltre 20mila pazienti. Fra i centri di ricerca inseriti nel programma figura anche l’IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni, che ha appena arruolato la sua prima paziente, come indicato in un comunicato stampa. Lo studio di Fase 3 in corso, “multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo e a gruppi paralleli” – il gold standard della ricerca scientifica – per testare la sicurezza e l'efficacia del farmaco sta coinvolgendo uno specifico gruppo di pazienti, ovvero coloro che soffrono di sindromi coronariche acute come l'infarto del miocardio. La ragione è semplice: chi ha avuto un infarto è sensibilmente più a rischio di averne un altro nel giro di poco tempo. “Nello specifico, obiettivo primario del lavoro è osservare se questo trattamento sia in grado di ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari nei primi 90 giorni dopo l’infarto, il periodo di maggior vulnerabilità. In Italia, infatti, sono circa 130.000 i pazienti infartuati ogni anno e il 20% va incontro a un nuovo evento entro 12 mesi”, ha dichiarato il dottor Roberto Pedretti, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’IRCCS MultiMedica. È stato proprio il dottor Pedretti a sottoporre al trattamento la prima paziente dell'istituto coinvolta in questo pionieristico studio.

Come indicato dal medico, la somministrazione dell'apolipoproteina apoA-I avviene attraverso “quattro infusioni endovenose nell’arco di alcune settimane e un follow-up di un anno”. La signora, che aveva avuto un infarto, è stata dimessa ed è tornata a casa “in ottime condizioni”; ora verrà monitorata dagli esperti dell'IRCCS per valutare e monitorare i progressi clinici legati al trattamento sperimentale elimina-placche. Ma come fa, il farmaco, a rimuoverle? A spiegarlo è il professor Giuseppe Ambrosio, Vice Direttore Scientifico dell’IRCCS MultiMedica e coordinatore per l’Italia dello studio promosso dall'Università di Harvard. “I lipidi non si sciolgono nell’acqua, circolano nel sangue perché inglobati all’interno di particolari proteine, dette lipoproteine”, afferma lo scienziato. “Somministrando nel sangue il precursore della lipoproteina del tipo HDL, ossia la lipoproteina senza i lipidi denominata ‘apolipoproteina A1’, questa attira a sé il colesterolo in eccesso, riuscendo a staccarlo dalla placca aterosclerotica, come farebbe una spugna. Mentre i farmaci esistenti agiscono riducendo la sintesi di colesterolo e prevenendo la formazione di nuovi accumuli, questa terapia ha un obiettivo più ambizioso e mai raggiunto prima: aggredire le placche già presenti nelle arterie. È un approccio del tutto nuovo, che ci auguriamo possa contribuire alla riduzione di eventi acuti in chi ha avuto un infarto. I risultati preliminari sono molto incoraggianti”, ha chiosato il professor Ambrosio. Non resta che attendere i risultati definitivi dello studio di Fase 3. I dettagli della ricerca in corso “Rationale and design of ApoA-I Event Reducing in Ischemic Syndromes II (AEGIS-II): A phase 3, multicenter, double-blind, randomized, placebo-controlled, parallel-group study to investigate the efficacy and safety of CSL112 in subjects after acute myocardial infarction” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata American Heart Journal.

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