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Il Telescopio James Webb ha “aperto gli occhi”: siamo pronti a scrutare il passato dell’Universo

La seconda ala dello specchio di primario del Telescopio Spaziale James Webb è stata correttamente dispiegata. Ora lo strumento ha assunto l’aspetto definitivo.
A cura di Andrea Centini
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La NASA ha annunciato che è stato completato con successo il dispiegamento dello spettacolare specchio primario del Telescopio Spaziale James Webb (JWST), lanciato il giorno di Natale dallo spazioporto dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) di Kourou, nella Guyana francese. L'apertura delle due “ali” del grande specchio dorato era considerata una delle fasi più critiche in questa parte della missione; l'erede spirituale del Telescopio Spaziale Hubble, infatti, in questo momento sta viaggiando nel cuore del Sistema Solare per raggiungere la sua destinazione finale, il punto di Lagrange L2 del sistema Sole-Terra a 1,5 milioni di chilometri dal nostro pianeta. Si trova a circa metà strada e ha ancora un paio di settimane prima dell'inserimento nel punto L2.

Il gigantesco specchio primario da 6,5 metri di diametro (in berillio placcato d'oro) non era completamente aperto al momento del lancio per gestire al meglio le fasi iniziali del volo; ora è (quasi) pronto a scrutare nel passato dell'Universo, grazie ai suoi “occhi” a infrarossi che possono osservare molto più lontano e distintamente rispetto a uno strumento ottico. Gli infrarossi, infatti, non sono disturbati dalle polveri e dai gas interstellari che oscurano la vista ai telescopi tradizionali. Ciò permetterà agli scienziati di studiare l'evoluzione delle galassie primordiali e le culle dove nascono le stelle, avvicinandoci di più al momento del Big Bang. Potremo saperne di più anche sulle composizioni delle atmosfere dei pianeti extrasolari (esopianeti)

Lo specchio primario del James Webb si compone di 18 elementi esagonali, 12 al centro e 6 ai lati, suddivisi in due “ali” da 3 pezzi ciascuno. La prima ala di babordo (sinistra) è stata dispiegata con successo il 7 gennaio; la seconda, quella di tribordo (destra) si è aperta poco fa, come hanno mostrato i dati della telemetria comunicati dalla NASA durante una diretta in streaming. Ora il telescopio ha raggiunto il suo aspetto finale, ma i 18 elementi dello specchio primario non sono ancora allineati. Ciascuno di essi può essere controllato indipendentemente grazie a un set di sette attuatori. Una volta posizionati in modo corretto, i 18 fotogrammi catturati da ogni singolo elemento permetteranno la fusione in un'unica, dettagliatissima immagine.

Per funzionare correttamente il Telescopio Spaziale James Webb deve operare a temperature estremamente basse, attorno ai – 230° C; gli infrarossi sono infatti la banda del calore, pertanto se il telescopio fosse caldo sarebbe inutilizzabile. Per proteggerlo dalla radiazione solare e dalle altre fonti di calore, nei giorni scorsi è stato dispiegato un magnifico scudo termico grande come un campo da tennis e composto da più strati, in grado di respingere meglio il calore. Nel punto di Lagrange L2 del sistema Sole-Terra il telescopio sarà in equilibrio gravitazionale tra il pianeta e la stella e seguirà il moto di rivoluzione terrestre, mantenendo i due oggetti (e dunque il calore) sempre dallo stesso lato. Durante le prossime due settimane gli ingegneri della NASA completeranno l'allineamento degli specchi fino all'inserimento nell'orbita finale. Ci vorranno circa 5 mesi prima che il telescopio diventi pienamente operativo; dovrà infatti raggiungere una temperatura d'esercizio stabile e tutti i suoi strumenti scientifici dovranno essere calibrati approfonditamente. Oggi è stata posata un'altra pietra verso la nuova era della ricerca spaziale.

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