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Il sangue delle donne incinte contaminato da sostanze chimiche per sempre: PFAS nel 97% dei campioni

Le analisi del sangue di 302 donne incinte e del cordone ombelicale dei loro bimbi appena nati hanno rilevato che il 97 percento dei campioni era contaminato dalle PFAS, le sostanze chimiche per sempre. Cosa sono questi composti e perché sono pericolosi per la salute.
A cura di Andrea Centini
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In almeno il 97 percento dei campioni di sangue di donne incinte e in quello cordonale prelevato subito dopo il parto è stata identificata contaminazione dalle famigerate sostanze chimiche ‘per sempre'. Le PFAS, o sostanze perfluoroalchiliche, sono conosciute con questo nome inquietante a causa del fatto che si degradano molto difficilmente nell'ambiente, contaminandolo a tempo quasi indefinito. Questi composti chimici vengono utilizzati in una moltitudine di prodotti di uso comune, dai tessuti ai materiali tecnici, passando per ritardanti di fiamma, schiume antincendio, rivestimenti, vernici e moltissimo altro ancora. Sono onnipresenti così come la loro contaminazione, un serio problema di salute pubblica dato che si tratta di interferenti / perturbatori endocrini che diversi studi hanno associato a problemi dello sviluppo, ipertensione gestazionale, nascita di bimbi sottopeso, diabete, colesterolo alto, riduzione della risposta immunitaria, tumori e altre condizioni.

Il fatto che praticamente quasi tutti i campioni di sangue di donne in gravidanza (e quelli del cordone ombelicale dei loro figli appena nati) analizzati in uno studio sono risultati contaminati da PFAS deve far riflettere sull'impiego di queste sostanze e soprattutto sulla loro bonifica, soprattutto da quei territori in cui sono presenti concentrazioni significative. In Italia c'è ad esempio un problema specifico in Veneto, balzato agli onori della cronaca nazionale più volte. A condurre la ricerca è stato un team statunitense guidato da scienziati del Programma sulla salute riproduttiva e l'ambiente dell'Università della California di San Francisco, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio di Chimica Ambientale – Dipartimento di Controllo delle Sostanze Tossiche della California Environmental Protection Agency e dell'Università della California di Berkeley. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Tracey J. Woodruff, docente presso il Dipartimento di Ostetricia, Ginecologia e Scienze della Riproduzione dell'ateneo di San Francisco, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i campioni di sangue di 302 donne incinte e quello cordonale dei loro bimbi. Le volontarie facevano tutte parte della coorte “Chemicals in Our Bodies in San Francisco”

Attraverso appositi esami di laboratori la professoressa Woodruff e i colleghi sono andati a caccia di diverse sostanze, tra le quali il perfluorottano sulfonato (PFOS), l'acido tridecandioico, il perfluoroesano solfonato (PFHxS), l'acido ottadecandioico, il monoetilesil ftalato, il 4-nitrofenolo, l'acido desossicolico e il tetraetilene glicole. Dai risultati è emerso che almeno il 97 percento dei campioni conteneva contaminazione da PFOS lineare, PFHxS, acido ottadecanedioico e acido desossicolico. Di particolare interesse il PFOS, una sostanza perfluoroalchilica che in un recente studio condotto dall'Environmental Working Group (EWG) di Washington è stato trovato in concentrazioni significative nei pesci di acqua dolce pescati in fiumi e laghi. I livelli medi del composto erano oltre 280 volte superiori a quelli dei pesci allevati e venduti nelle pescherie. Il PFOS è stato associato da alcuni studi a problemi nello sviluppo dei bambini e la sua presenza così diffusa non può che rappresentare un motivo di preoccupazione per gli esperti. Gli autori dello studio hanno inoltre sottolineato che le sostanze rilevate nel sangue materno sono associate a un rischio superiore di diabete gestazionale, ipertensione correlata alla gravidanza e pre-eclampsia, una condizione potenzialmente fatale.

“Questo è un problema così importante. È urgente fare di più per comprendere il ruolo che le sostanze chimiche hanno nelle condizioni materne e nelle disuguaglianze di salute. Siamo esposti a centinaia di sostanze chimiche e questa ricerca contribuisce a comprendere meglio l'impatto che stanno avendo sulla nostra salute”, ha dichiarato al Guardian la professoressa Woodruff. Recentemente le PFAS sono state trovate anche in tutti i rotoli di carta igienica testati in un'altra indagine, probabilmente contaminati durante il processo di lavorazione della carta. I dettagli del nuovo studio “Extending Nontargeted Discovery of Environmental Chemical Exposures during Pregnancy and Their Association with Pregnancy Complications—A Cross-Sectional Study” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives (EHP).

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