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Cos’è l’amianto e perché uccide ancora

A più di 30 anni dalla Legge che in Italia ha messo al bando il materiale, l’esposizione all’amianto provoca ancora 4.400 morti ogni anno, oltre 100mila a livello globale.
A cura di Valeria Aiello
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Una copertura in eternit, un prodotto cementizio rinforzato con fibre di amianto / Credit: Harald Weber, Wikipedia
Una copertura in eternit, un prodotto cementizio rinforzato con fibre di amianto / Credit: Harald Weber, Wikipedia

Di amianto si muore ancora. A più di 30 anni dalla Legge n. 257 che nel 1992 ha messo al bando i prodotti e i materiali contenenti amianto in Italia, vietandone l’estrazione, l’importazione e la commercializzazione, nel nostro Paese si registrano circa 4.400 decessi ogni anno, fra esposizione per lavoro e quella ambientale. A livello globale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le morti per amianto superano le 100mila annue, di cui la metà avviene in Europa. Un dato sconcertante se si pensa che nel Vecchio Continente risiede appena il 13% della popolazione di tutto il pianeta. Ma perché l’amianto uccide ancora? E perché questo materiale è così pericoloso?

Cos’è l’amianto e perché è un problema

Con il termine amianto, o asbesto, ci si riferisce a un insieme di minerali fibrosi presenti in natura, appartenenti alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli. Si ottengono a seguito di attività estrattiva e la loro composizione chimica è variabile, sebbene tutte le tipologie siano cancerogene. Le principali forme di amianto sono il crisotilo (amianto bianco) e la crocidolite (amianto blu), e le altre forme includono l’amosite (amianto bruno), l’antofillite, la tremolite e l’actinolite.

L’esposizione all’amianto provoca il mesotelioma, il tumore del polmone, della laringe e dell’ovaio. Oltre a queste patologie neoplastiche, l’esposizione all’amianto è responsabile di altre malattie, come l’asbestosi (fibrosi dei polmoni), e placche, ispessimento e versamento nella pleura.

Attualmente, secondo le stime l’OMS, circa 125 milioni di persone nel mondo sono esposte all’amianto sul posto di lavoro e quasi la metà dei decessi per cancro professionale è causata dall’amianto. Ioltre, i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite indicano che diverse migliaia di morti all’anno possano essere attribuite all’esposizione all’amianto in casa. È stato anche dimostrato che la co-esposizione al fumo di tabacco e alle fibre di amianto aumenta sostanzialmente il rischio di cancro ai polmoni.

Dove si trova l’amianto e quanto ne viene ancora prodotto

Ancora oggi, nel mondo si lavorano oltre due milioni di tonnellate di amianto, in particolare in Russia, Cina e Brasile, mentre i Paesi che ne fanno maggior uso sono Cina, India e Russia. Per la straordinaria resistenza alla trazione, la scarsa conduzione del calore e la relativa resistenza agli attacchi chimici, questa fibra killer viene impiegata principalmente per l’isolamento degli edifici e come composto in numerosi prodotti, come tettorie e tegole per tetti (eternit), linee di approvvigionamento idrico e coperte antincendio, nonché per frizioni, guarnizioni di freni e pastiglie per automobili.

In Italia, come premesso, la produzione e l’uso di amianto sono vietate dalla legge 257/1992, ma secondo una recente indagine di Legambiente, l’amianto continua ad essere molto diffuso e a minacciare la nostra salute. In particolare, sul territorio nazionale sarebbero circa 370mila le strutture dove è presente l’amianto, censite nel 2018 dalle Regioni, per un totale di quasi 58 milioni di metri quadrati di coperture.

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