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Il “lutto” di Natalia, mamma scimpanzé: non lascia il corpo del figlio morto da tre mesi

Dal Bioparco di Valencia giunge una storia straziante, che fa riflettere sull’elaborazione della morte e della perdita da parte degli animali. Natalia, una femmina di scimpanzé di 21 anni, non lascia andare il corpo di suo figlio morto tre mesi fa. Aveva solo 14 giorni. Nel 2018 aveva perso un altro cucciolo.
A cura di Andrea Centini
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Una mamma scimpanzé col suo piccolo
Una mamma scimpanzé col suo piccolo

Natalia, una femmina di scimpanzé di 21 anni, da oltre tre mesi porta con sé il corpicino esanime del figlio, nato a febbraio e morto quattordici giorni dopo la nascita. Da allora non lo ha lasciato per un momento; lo tiene sempre con sé, accarezzandolo e toccandolo delicatamente col muso, nonostante il processo di decomposizione in corso sia sempre più avanzato. Questo straziante comportamento di elaborazione del “lutto” e della morte è ben conosciuto in diversi gruppi di animali sociali delle classi superiori, come i cetacei e gli elefanti. Negli scimpanzé, gli animali più prossimi all'essere umano, è stato osservato sia in natura che in cattività, ma non è ancora ben studiato e compreso. I primatologi stanno raccogliendo tutti i dati possibili sul caso di Natalia, proprio per comprendere a fondo come le scimmie con una struttura sociale così coesa – e uno strettissimo legame tra madre e figli – riescano ad affrontare la perdita di un membro del gruppo. A rendere la situazione ancor più dolorosa e delicata, il fatto che Natalia aveva già perso un altro piccolo nel 2018. La mortalità dei piccoli di scimpanzé, del resto, è molto elevata anche in cattività.

Teatro della tragedia il bioparco di Valencia, in Spagna. Qui sono ospitati scimpanzé occidentali (Pan troglodytes verus), una sottospecie che vive nelle foreste dell'Africa occidentale (Guinea, Costa d'Avorio, Sierra Leone etc etc) che è seriamente minacciata di estinzione. È infatti classificata con codice CR (rischio critico) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Nel giardino zoologico della Comunità Valenciana è ospitata la più grande popolazione spagnola di queste scimmie, che vengono allevate nel contesto di un rigoroso programma europeo per la loro tutela (EEP). Non a caso la sottospecie è ormai ritenuta estinta allo stato selvatico da alcuni Paesi africani, come il Gambia (accertato) e Burkina Faso (da confermare). Come spiegato dal parco in un comunicato stampa, il piccolo ha mostrato un'attività normale fino al giorno prima del decesso; succhiava regolarmente il latte, anche se le mammelle della madre non erano diventate particolarmente voluminose.

Quando gli esperti si sono resi conto che qualcosa non andava, hanno potuto effettuare solo un “limitatissimo intervento”, viste le circostanze delicate. In molti sui social network si stanno chiedendo come mai nessuno è intervenuto per togliere il corpicino del piccolo dal recinto, ma come sottolineato dallo zoo gli scimpanzé sono animali selvatici tenuti nel modo più vicino possibile a quello naturale. Anche il comportamento deve essere lasciato sviluppare come accadrebbe in natura. Dunque, per quanto straziante, ritengono sia giusto che la madre e gli altri scimpanzé elaborino il “lutto” e la morte per tutto il tempo che gli è necessario. Inoltre sottolineano che un intervento del genere necessiterebbe di sottoporre ad anestesia diversi esemplari e metterebbe in serio pericolo i piccoli presenti. Anche se per i visitatori del Bioparco di Valencia è una scena dolorosa, i veterinari e i primatologi ritengono di aver preso la decisione più giusta per il benessere di Natalia e degli membri del gruppo.

Il comportamento degli scimpanzé è commovente come quello di altri animali. Ad esempio nel 2018 è balzato agli onori della cronaca il caso dell’orca Tahlequah, che ha trascinato il suo cucciolo morto per 17 giorni, prima di lasciarlo andare. La recente ricerca “Unearthing calf burials among Asian Elephants Elephas maximus Linnaeus, 1758 (Mammalia: Proboscidea: Elephantidae) in northern Bengal, India” ha invece documentato che gli elefanti indiani seppelliscono i propri piccoli morti con le zampe rivolte verso l'alto, inoltre compiono dei veri e propri riti funebri radunandosi intorno ai luoghi di sepoltura barrendo. Non sappiamo ancora molto di questi comportamenti, ma è certo che anche gli animali soffrono la perdita e possono affrontare la morte in modo molto vicino a noi.

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