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Il campo magnetico della Terra si è crepato per 14 ore facendo filtrare particelle del vento solare

A causa di un fenomeno chiamato Regione di interazione co-rotante (CIR), lo scorso 7 luglio il campo magnetico della Terra si è “crepato” per 14 ore.
A cura di Andrea Centini
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Giovedì 7 luglio si è aperta una crepa nel campo magnetico terrestre che ha lasciato passare un flusso di particelle energetiche del vento solare. L'evento di per sé non è stato eccezionale, tuttavia ha avuto una durata di ben 14 ore. Non molto tempo fa si riteneva che queste “finestre aperte” nello scudo magnetico – che ci protegge dalle radiazioni cosmiche / solari ultraviolette – fossero di brevissima durata; oggi sappiamo che possono persistere molto a lungo, come accaduto qualche giorno fa. Il passaggio del vento solare ha innescato una tempesta geomagnetica di classe G1, che non ha comportato alcun problema. Piuttosto, ha dato vita ad aurore boreali molto suggestive che sono state osservabili anche dal Canada e dagli Stati Uniti settentrionali.

Ma come ha fatto il vento solare a “bucare” il campo magnetico terrestre? Come spiegato dal portale specializzato spaceweather.com, la crepa è stata generata da una Regione di interazione co-rotante (CIR), un fenomeno conosciuto anche come Regione di Interazione del Flusso (SIR). Come spiegato in un comunicato dell'Università Tufts, questi fenomeni sono frutto dell'interazione tra i flussi veloci del vento solare (sprigionati dai buchi coronali) e quelli più lenti espulsi dal Sole. Quando si verifica questa combinazione tra venti lenti – che hanno campi magnetici più curvi – e veloci aumenta la densità del vento solare “perché i venti solari più veloci si raggruppano sulle particele del vento solare più lento davanti ad essi”, spiega spaceweatherlive.com.

Le Regioni di interazione co-rotante possono essere indirizzate verso la Terra esattamente come le espulsioni di massa coronale (CME) e, poiché possono contenere onde d'urto e campi magnetici piuttosto compressi, in alcuni casi sono in grado di “sfondare” il campo magnetico terrestre facendo passare le particelle del vento solare. Come specificato, l'evento del 7 luglio ha prodotto una "crepa" che ha persistito per 14 ore, ma non ha provocato alcun tipo di conseguenza. Le tempeste geomagnetiche scatenate dal vento solare possono infatti determinare problemi ai satelliti (ad esempio interrompere la navigazione GPS), alle comunicazioni radio e ai sistemi di alimentazione. In caso di tempeste particolarmente potenti i satelliti possono “friggersi” e sulla Terra potrebbero scatenarsi incendi e blackout nell'erogazione della corrente elettrica. Una tempesta geomagnetica potente come l'Evento di Carrington del 1859, che ha fatto saltare le linee telegrafiche e provocato incendi, ai giorni nostri molto probabilmente ci farebbe ripiombare nel Medioevo per settimane, se non mesi, come indicato dagli esperti.

Secondo gli scienziati dell'Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) il CIR del 7 luglio è stato accompagnato anche da un'espulsione di massa coronale, ovvero un'espulsione di materiale da parte della corona del Sole, ma come detto non ha avuto conseguenze, se non regalare spettacolari aurore polari, come dimostrano le immagini che vedete in questo articolo. Eventi come questo saranno sempre più frequenti nei prossimi tre anni, dato che il Sole si sta indirizzando verso il suo picco massimo del ciclo undecennale, atteso per luglio 2025.

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