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Gli uomini disoccupati con elevati livelli di testosterone trovano lavoro con più facilità

Un team di ricerca internazionale ha determinato che gli uomini disoccupati con livelli elevati di testosterone hanno meno difficoltà a trovare un lavoro.
A cura di Andrea Centini
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Gli uomini disoccupati con livelli più elevati di testosterone hanno più facilità a trovare un lavoro, mentre quelli già occupati hanno meno rischi di perderlo. L'ormone sessuale, legato allo sviluppo dell'area genitale e delle caratteristiche sessuali secondarie maschili come la barba, la struttura muscolare e il tono di voce, può dunque essere un preziosissimo alleato per gli uomini che sono alla ricerca di un impiego o intendono mantenere quello che già hanno.

A scoprire questa curiosa associazione tra concentrazioni più elevate di testosterone e facilità a trovare / mantenere un impiego è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati tedeschi dell'Istituto Max Planck per la ricerca demografica, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell'Università di Bath (Regno Unito), dell'Istituto di ricerca sul lavoro della Nuova Zelanda – Università di tecnologia di Auckland (Nuova Zelanda) e della Libera Università di Berlino. Gli scienziati, coordinati dal professor Peter Eibich, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato le transizioni lavorative (il passaggio da disoccupato a occupato e viceversa) di oltre 2000 uomini britannici che hanno partecipato allo studio UK Household Longitudinal Study – “Understanding Society”.

Nello specifico, sono stati coinvolti nella ricerca 2004 uomini che già avevano un lavoro e 111 che inizialmente erano disoccupati. Incrociando i dati delle transizioni lavorative dei partecipanti (nel corso di un biennio) con quelli dei livelli di testosterone raccolti gli scienziati, è stato determinato che gli uomini che avevano concentrazioni più elevate dell'ormone sessuale avevano una maggiore facilità a trovare un lavoro e un rischio minore di perdere l'impiego. Il professor Eibich e i colleghi specificano che non sono chiare le ragioni per cui il testosterone abbia un impatto positivo sulla ricerca e sul mantenimento del lavoro, tuttavia suggeriscono che tali vantaggi sarebbero “guidati da differenze nelle abilità cognitive e non cognitive, nonché dal comportamento di ricerca di lavoro”.

Studi precedenti avevano già trovato associazioni positive tra il testosterone e un maggior successo nell'ambito lavorativo. La ricerca sui gemelli “Prenatal Testosterone and the Earnings of Men and Women”, ad esempio, aveva evidenziato che livelli maggiori dell'ormone sessuale erano associati a redditi più elevati. Mentre lo studio “Testosterone causes both prosocial and antisocial status-enhancing behaviors in human males” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica PNAS ha rilevato che il testosterone è associato al comportamento pro-sociale, la tendenza a favorire socialmente altre persone senza secondi fini. Questa caratteristica può risultare particolarmente utile e preziosa se si è alla ricerca di un lavoro, costruendo una rete di persone che ci apprezzano e si fidano. Il testosterone è stato associato anche alla competitività e alla capacità di far valere le proprie ragioni (assertività), tutte doti che risultano particolarmente preziose in sede di colloquio. Ma come indicato, le reali ragioni di questa associazione non sono chiare.

Gli autori dello studio sottolineano che i livelli di testosterone variano con regolarità e che i risultati, seppur significativi, vanno considerati con cautela. I dettagli della ricerca “In and out of unemployment—Labour market transitions and the role of testosterone” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Economics & Human Biology.

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