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Gli effetti del “batterio mangiacarne”, il medico: “Provoca necrosi ma i casi in Italia sono pochi”

In Giappone le autorità governative hanno diramato un avvertimento pubblico in seguito all’aumento repentino dei casi di sindrome da shock tossico da streptococco. SI tratta di un’infezione molto grave che può dare esito a forme di necrosi, tanto che è anche nota come “malattia carnivora” o “batterio mangiacarne”. L’infettivologo spiega i rischi della malattia e lo stato di diffusione del batterio.
Intervista a Prof. Francesco Menichetti
Professore di Malattie Infettive dell'Università di Pisa
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Già a inizio marzo 2024 le autorità sanitarie giapponesi avevano raccomandato attenzione dopo l'anomalo aumento di casi di shock tossico da streptococco, una grave forma di infezione dovuta a un particolare tipo di streptococco del gruppo A. Nelle settimane a seguire, però, l'allarme, invece di rientrare, è cresciuto di giorno in giorno, parallelamente all'aumentare dei casi: dall'inizio del 2024 sono state 517 le infezioni registrate (più della metà di quelle segnalate in tutto il 2023).

Di questi 88 solo nella capitale, Tokyo. Tanto che la Corea del Nord avrebbe annullato una partita di calcio con il Giappone, in programma a Pyongyang, proprio per la paura del batterio e del rischio di diffusione tra i calciatori. Anche se lo streptococco non è in genere un batterio pericoloso, la sindrome da shock tossico streptococcicoo (STSS) rappresenta una condizione piuttosto severa.

Nei casi più gravi può causare anche necrosi dei tessuti, fino a rivelarsi fatale. Proprio a causa di questo sintomo, la sindrome dello shock tossico da streptococco è stata rinominata "malattia carnivora".

Stando a quanto riferito dal Japan Times, le autorità sanitarie del Giappone hanno raccomandato di fare attenzione alle vie comuni di contagio, ovvero l'esposizione all'aerosol delle goccioline respiratorie, il contatto con le superfici contaminate o con le ferite infette. A Fanpage.it l'infettivologo Francesco Menichetti, professore di Malattie infettive all’Università di Pisa e presidente di Gisa, il Gruppo italiano per la stewardship antimicrobica.

Professore Menichetti, le autorità governative di Tokyo hanno diffuso un avvertimento dato l'aumento di infezioni. Dobbiamo preoccuparci?

I dati rilevati in Giappone sicuramente testimoniano l'esistenza di un certo incremento di queste forme di infezione streptococcica che merita di essere monitorata, in quanto determina la sindrome dello shock tossico da streptococco, una malattia molto grave. Per il momento i dati rilevano un tasso di mortalità del 30%: è di certo la forma più grave di infezione causata dallo streptococco del gruppo A.

Di solito sentiamo parlare di streptococco come causa di forti mal di gola o condizioni simili. Stiamo parlando dello stesso batterio?

Esattamente, stiamo parlando proprio dello "Streptococcus pyogenes", un tipo di streptococco del gruppo A. Nella maggior parte questo causa infezioni di entità minore. Può essere ad esempio responsabile di forme di faringite nei bambini o negli adulti, oppure può essere associato alla scarlattina, in quanto produce la tossina eritrogenica, responsabile del rush cutaneo tipico di questa patologia. Ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di un agente patogeno molto insidioso perché ricco di tossine.

Perché si parla anche di "batterio mangiacarne" o "malattia carnivora"?

La STSS implica un quadro clinico molto critico, che, oltre a ipotensione e febbre molto alta, può portar a uno stato di compromissione di tutti gli organi e richiedere il ricorso alla terapia intensiva. L'espressione "malattia carnivora" si deve a uno dei sintomi più gravi causati dalla tossina rilasciata nello shock tossico da streptococco, ovvero la cellulite necrotizzante: una forma di necrosi che porta alla morte progressiva della pelle e dei tessuti infetti. Quando si presenta, è necessario sottoporsi a un intervento chirurgico per rimuovere a più riprese la necrosi, ovvero letteralmente la "carne morta".

Com'è la situazione nel resto del mondo ?

Sono stati segnalati anche alcuni casi in altri Paesi, come negli Stati Uniti o in Italia, ma dato che non è una malattia soggetta a notifica, non possiamo inquadrare con esattezza il contesto globale. Questi casi in Giappone sono una buona occasione per riflettere sull'importanza di monitorare la malattia.

Chi sono i soggetti più a rischio?

Di solito questa sindrome colpisce chi ha particolari fattori di rischio per l'insorgenza dello shock: tra i soggetti tradizionalmente più a rischio ci sono gli anziani, le persone che hanno subito un intervento chirurgico o chi soffre di diabete.

Ma in Giappone sta colpendo anche persone più giovani e circa un terzo delle persone sopra i 30 anni che l'ha contratta tra luglio e dicembre 2023 è morta.

È proprio quest'anomalia che ha attratto l'attenzione sui casi in Giappone ed è il motivo per cui, ripeto, è una situazione che non va sottovalutata. Bisogna vigilare sui prossimi sviluppi.

Dobbiamo fare qualcosa per proteggerci? C'è chi parla di tornare a usare le mascherine.

Mi sembra inopportuno adesso parlare di un allarme tale da richiedere queste misure. Ciò non toglie che bisogna essere attenti e non sottovalutare i rischi dello streptococco. Per questo è importanti che non venga sottovalutato e che medici e pediatri siano scrupolosi nella diagnosi e nella terapia di questo batterio.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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