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Gigantesca macchia solare comparsa sul Sole: è lunga 10 volte la Terra. Quali sono i rischi

Il telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA ha filmato la crescita repentina della macchia solare AR3559, che in due giorni ha triplicato le sue dimensioni. Ora è una complesso di nuclei scuri la cui lunghezza sfiora i 130.000 chilometri, come 10 terre affiancate. Ed è puntata verso il nostro pianeta.
A cura di Andrea Centini
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La macchia solare AR3559. Credit: NASA/SDO
La macchia solare AR3559. Credit: NASA/SDO

Sul Sole è apparsa una macchia solare immensa, una delle più grandi rilevate durante l'attuale ciclo di attività magnetica della stella. Come specificato dal portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com, AR3559, come è stata classificata dagli scienziati, ha triplicato le sue dimensioni in appena due giorni, ovvero nel weekend tra sabato 20 e domenica 21 gennaio. Questa crescita esponenziale ha trasformato la macchia solare in un vasto e frastagliato complesso di nuclei oscuri, la cui lunghezza è pari a quella di ben dieci terre affiancate. Poiché il nostro pianeta ha un diametro di circa 12.700 chilometri, significa che AR3559 è lunga quasi 130.000 chilometri. Un “mostro”, che si sta spostando in direzione della Terra, aumentando il rischio di significative tempeste geomagnetiche.

A preoccupare gli esperti non sono solo le dimensioni gargantuesche della struttura e il suo orientamento, ma anche i campi magnetici che la caratterizzano. Spaceweather.com sottolinea infatti che la macchia solare è legata a un campo magnetico di tipo “beta gamma”, ovvero con una configurazione variabile e complessa che lo rende decisamente instabile. Ciò significa che dalla sua attività possono scaturire violente eruzioni solari, brillamenti e / o espulsioni di massa coronale (CME), in grado di scagliare verso la Terra plasma altamente energetico. È proprio il flusso di particelle cariche elettricamente a provocare le tempeste geomagnetiche sul nostro pianeta. Più intenso e rapido è il vento solare, maggiori sono le probabilità di tempeste di classe significativa. Il rischio principale è una tempesta G5, come il famigerato Evento di Carrington del 1859, che provocherebbe danni ingenti a reti elettriche, internet, satelliti, comunicazioni radio e molto altro ancora.

Secondo quanto riportato dal portale, da AR3559 potrebbe scaturire un brillamento di classe M, la penultima su una scala di cinque (A, B, C, M e X). Sono suddivisi in base alla potenza, a sua volta legata alla luminosità nei raggi X. Ciascuna classe è dieci volte più energetica della precedente ed è suddivisa in sottoclassi numerate (da 1 a 9). La X non ha un limite definito. Tra i più recenti e violenti eventi è stato registrato un brillamento di classe X 2.8, verificatosi poco dopo le 18:00 ora italiana di giovedì 14 dicembre 2023. L'evento ha liberato un'energia paragonabile a quella rilasciata da milioni di bombe nucleare fatte esplodere contemporaneamente. Un evento di classe M sarebbe sicuramente meno potente, ma l'impatto sulla Terra è legato anche dall'orientamento del flusso di vento solare. Se nel caso del brillamento X 2.8 il nostro pianeta è stata appena sfiorato dalla “coda” delle particelle solari, in questo caso potremmo essere nel "centro del mirino". I potenziali effetti non sono da sottovalutare, qualora dovesse davvero verificarsi un'espulsione di materiale dalla stella.

Credit: NASA / SDO
Credit: NASA / SDO

Si ricorda che le macchie solari sono regioni più fredde e scure della fotosfera, la superficie della stella. I campi magnetici cui sono associate, come quello beta gamma di AR3559, bloccano il calore delle reazioni nucleari che si verificano nelle profondità dell'astro, impedendogli di emergere (ecco perché sono più scure delle aree circostanti). Ciò nonostante, come spiegato dalla NASA, le macchie solari raggiungono i 3.700° Celsius di temperatura superficiale. I loro campi magnetici possono variare in modo rapidissimo, ed è proprio dalla riconnessione delle linee magnetiche che si può sprigionare un violento evento eruttivo. Non sappiamo se la gigantesca macchia solare possa dar vita o meno a fenomeni del genere, ma fin quando sarà puntata in direzione della Terra i ricercatori continueranno a monitorarla scrupolosamente. Le immagini del complesso AR3559 sono state riprese dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (SDO) dell'agenzia aerospaziale statunitense.

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