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Cos’è la “Mano di Dio”, la misteriosa struttura della Via Lattea che affascina gli astronomi

La “Mano di Dio” è uno dei tanti globuli cometari presenti nella Via Lattea. Anche se il nome potrebbe confondere, si tratta di strutture cosmiche diverse dalle comete, per diversi aspetti ancora poco note agli astronomi. Ora una nuova immagine astronomica scattata dal Cerro Tololo Inter-American Observatory rivela nuovi dettagli sulla sua struttura.
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NOIR Lab | Foto della "Mano di Dio" scattata dal Cerro Tololo Inter-American Observatory
NOIR Lab | Foto della "Mano di Dio" scattata dal Cerro Tololo Inter-American Observatory

Quando Diego Armando Maradona commentò la rete storica che valse all'Argentina i quarti di finale del Mondiale del 1986 disse che quel gol lo aveva segnato "un po' con la testa di Maradona e un po' con la mano di Dio". Chissà se quando gli astronomi che l'osservarono per la prima volta decisero di chiamare il globulo cometario CG 4 la "Mano di Dio" avessero in mente quel ricordo. Comunque sia andata, la bellezza di questa misteriosa "mano stellare" è di certo abbastanza per giustificare un nome così importante.

Oggi, una nuova fotografia astronomica, scattata dalla Dark Energy Camera del Cerro Tololo Inter – American Observatory in Cile, rivela nuovi dettagli del maestoso globulo cometario. Anche se il nome potrebbe confondere, non si tratta di una cometa, ma di strutture stellari particolari, fatte di gas e polveri cosmiche, osservate per la prima volta solo di recente, nel 1976. La "Mano di Dio" ha però qualcosa di speciale e le nuove immagini catturate dal programma di Noir Lab, il principale organo statunitense di astronomia attica notturna e a infrarossi da terra, lo mostra benissimo.

Cos'è la "Mano di Dio"

Vista dalla Terra, CG 4 si trova a circa 1300 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione di Puppis, nella Via Lattea. Ha una forma molto riconoscibile, simile a una specie di artiglio con una coda discendente, che sembra allungarsi lungo la Via Lattea: dalle misurazioni ottenute dagli astronomi – spiega Noir Lab – si stima che la parte iniziale, la testa, abbia un diametro di 1,5 anni luce, mentre la coda sia lunga circa otto anni luce.

Anche se unica nel suo genere, soprattutto per la forma particolare, la "Mano di Dio" è solo uno dei tanti globuli cometari presenti nella Via Lattea. Si tratta di un sottogruppo di una particolare tipologia di nebulose scure, i globuli di Bok. Non sono comete, ma la loro caratteristica coda allungata le ricorda, per questo sono state chiamati "globuli cometari".

Come si sono formati i globuli cometari

In realtà ancora non sappiamo molto di queste affascinanti strutture cosmiche, fatte di gas cosmici densi. D'altronde sono diversi gli oggetti stellari ancora oggetto di studio, come i JuMBO, scoperti solo nel 2023.

Il misterio che ancora circonda i globuli cometari è anche dovuto a un limite strutturale: da quando nel 1976 sono state osservate per la prima volta dal telescopio Schmidt del Regno Unito in Australia, i globuli cometari non hanno ricevuto grande attenzione da parte degli astronomi perché, essendo molto deboli, finora è stato molto difficile osservarli nel dettaglio. Per il momento gli scienziati non hanno ancora chiaro cosa abbia creato la "Mano di Dio", ma l'ipotesi più accreditata è che siano un effetto delle stelle calde che li circondano.

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