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Le notizie sul maltempo nelle Marche

Cos’è e come si forma un temporale autorigenerante come quello che ha colpito le Marche

L’evento meteo che ha provocato la disastrosa alluvione nell’entroterra marchigiano è un fenomeno noto anche con il nome di “v-shaped storm”, un potente sistema temporalesco che trae la propria energia da correnti calde e umide.
A cura di Valeria Aiello
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La pesante ondata di maltempo che nelle ultime ore ha colpito le Marche e, in particolare i comuni di Cantiano e Sassoferrato, in provincia di Pesaro-Urbino, è andata ben oltre le previsioni di allerta gialla della Protezione civile, scaricando quasi 400 millimetri di pioggia nella sola serata di ieri, pari alla quantità che di solito cade in tre-quattro mesi. Secondo gli esperti, l’evento estremamente intenso è stato causato da un temporale autorigenerante, un fenomeno noto anche come “v-shaped storm” (temporale a forma di “V”), un potente sistema temporalesco che in genere si crea in presenza di forti aree di instabilità, come spesso accaduto nella Liguria di Levante e in Toscana, in Versilia e in Maremma. La caratteristica di questi temporali è quella di insistere per più ore su una stessa zona (lungo il vertice della “V”) e di trarre la propria energia dalle correnti molto calde e umide che in Italia spirano da Sud nel Mediterraneo. Per l’entroterra marchigiano si è però trattato di un evento eccezionale, che ha provocato una devastante alluvione, il cui bilancio al momento è di dieci morti.

Temporali autorigeneranti, perché sono così pericolosi

I temporali autorigeneranti sono fenomeni temporaleschi che, come detto, tendono insistere per più ore su una stessa zona e che continuano ad auto-alimentarsi per effetto dei venti molto umidi e caldi che spirano dal mare. Nel caso delle Marche, il potente sistema temporalesco v-shaped (a forma di V) si è originato da un temporale generatosi sull’Appennino e che, spinto dalle correnti verso il bacino dell’Adriatico, ha incontrato i venti meridionali che lo hanno rinvigorito. Questo ha determinato la formazione di celle temporalesche autorigeneranti che, persistendo nelle zone al vertice della V, hanno causato la violenta alluvione. Ad aver amplificato il fenomeno potrebbero essere state le temperature sopra la media dell’Adriatico, anche se per gli esperti non è semplice attribuire agli effetti dei cambiamenti climatici questo tipo di eventi estremi.

Ad ogni modo, con l’arrivo dell’autunno, la configurazione alla base di questi fenomeni atmosferici lungo il territorio nazionale è sempre la medesima, per cui la bassa pressione atlantica in ingresso da Nord affonda verso il Mediterraneo, richiamando correnti meridionali (spesso direttamente dall’Africa) che, essendo calde, accumulano grandi quantità di umidità attraversando il Mar Mediterraneo. Queste masse d’aria calda e umida circolano nei medi-bassi strati, sopra cui divergono le masse fresche e secche da nord, generando condizioni di instabilità, con sviluppo di moti convettivi che possono portare a elementi di maggiore criticità quando queste stesse masse d’aria si scontrano sempre nel medesimo luogo, ad esempio perché bloccate ad Est a causa dell’alta pressione sui Balcani. Quando questa situazione rimane per più tempo in uno stato semi-stazionario, intensi fenomeni temporaleschi rischiano quindi di concentrarsi nelle zone sotto la linea di convergenza.

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