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Cosa sono le pillole di iodio e a cosa serve lo ioduro di potassio contro le radiazioni

Le pillole di iodio servono a proteggere preventivamente la tiroide dai danni provocati dalle radiazioni. Ma quanto sono davvero utili? Perché in Europa è iniziata una vera e propria corsa all’acquisto dopo l’occupazione russa di Chernobyl e Zaporizhzhia? Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulle pillole di iodio anti-radiazioni.
A cura di Valeria Aiello
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Le pillole di iodio o pillole di ioduro di potassio, conosciuto con la formula KI, sono dei farmaci utili non solo per combattere l'ipertiroidismo, ma che vengono assunti anche come antidoti preventivi per proteggere la tiroide da eventuali malattie scaturite dall'esposizione a radiazioni nucleari.

Le pillole di iodio, quando utilizzate come compresse anti-radiazioni, hanno infatti il compito di evitare che la tiroide assorba iodio radioattivo, potenzialmente dannoso.

Ultimamente si sente molto parlare di pillole di iodio in seguito alla conquista delle centrali nucleari ucraine di Chernobyl e Zaporizhzhia, un’azione che ha alimentato la paura di ripiombare nell’incubo di una contaminazione nucleare come quella del 1986, quando una nube tossica radioattiva avvolse l’Europa, Italia inclusa.

In diversi Paesi europei si è già scatenata la corsa a comprare pillole di iodio per proteggersi dai danni delle radiazioni, così come in Belgio e in Olanda, dove la distribuzione di queste compresse avviene gratuitamente, perché ci sono centrali nucleari e quindi il rischio di fughe radioattive.

Ma cosa sono realmente le pillole a base di iodio e quanto servono davvero in caso di esposizione a radiazioni nucleari?

Cosa sono le pillole di iodio anti-radiazioni?

In caso di contaminazione radioattiva dell’ambiente, ad esempio dopo un disastro nucleare, come l’esplosione di un reattore o di una bomba, radionuclidi volatili possono essere rilasciati nell’atmosfera, tra cui lo iodio-131, un isotopo radioattivo che, se inalato o ingerito, ha la particolarità di essere facilmente assorbito dalla ghiandola tiroidea, con effetti negativi sulla salute e il conseguente rischio di cancro alla tiroide.

Questo assorbimento può essere però bloccato attraverso l’assunzione di iodio stabile (non radioattivo, generalmente sotto forma di ioduro di potassio), che porta alla saturazione della ghiandola tiroidea, per cui se somministrato prima o all’inizio dell’esposizione allo iodio radioattivo riduce efficacemente le conseguenze dell’esposizione.

Le pillole di iodio sono efficaci contro le radiazioni? Quando e come assumerle

Per una profilassi ottimale, la somministrazione orale di iodio stabile deve avvenire prima dell’esposizione e poi quotidianamente, fintanto che i rischi di inalazione o ingestione di cibo e acqua contaminati da radioisotopi iodici sono significativi. L’effetto protettivo di una compressa dura circa 24 ore, per cui l’assunzione non trova applicazione come terapia preventiva in assenza di esplosione atomica o incidente nucleare e non offre protezione contro altre sostanze radioattive da cui, in caso di emergenza, è necessario ripararsi.

Lo ioduro di potassio fa parte dell’elenco dei farmaci essenziali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che nelle sue linee guida per la pianificazione e la risposta alle emergenze nucleari, considera l’assunzione di tali compresse una strategia appropriata per ridurre il rischio di assorbimento tiroideo, sebbene l’uso sia raccomandato solo per persone in determinate fasce di età, in particolare nei bambini e ragazzi sotto i 18 anni che sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori..

Gli effetti collaterali dell'assunzione di iodio

Le pillole allo iodio, da assumere solo su raccomandazione delle autorità o consiglio del medico, non è raccomandata per gli over 40 (a meno che i livelli di radiazioni previsti minaccino la funzione tiroidea, circa 5 Gy) perché gli effetti collaterali dello ioduro di potassio aumentano con l’età e possono superare i benefici protettivi.

In letteratura sono stati riportati casi in cui il trattamento con ioduro di potassio ha causato disfunzioni della tiroide e gonfiore della ghiandola parotide (una delle tre ghiandole che secernono la saliva) attribuito agli effetti stimolanti dello iodio sulla produzione di saliva. Altri effetti collaterali comuni includono vomito, diarrea, dolore addominale, eruzioni cutanee, reazioni allergiche, mal di testa, gozzo e depressione. Sebbene il suo utilizzo durante la gravidanza possa avere effetti negativi sul feto, è comunque raccomandato in caso di emergenza.

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