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Come capire se sei disidratato per il caldo: i segnali del corpo

Essere esposti per diversi giorni a temperature molto elevate può avere effetti anche sul nostro corpo soprattutto se non assumiamo abbastanza liquidi. La disidratazione è infatti uno dei fattori di rischio che aumentano in modo significativo i malori dovuti al caldo, ma quasi sempre si manifesta gradualmente con un ampio spettro di sintomi e segnali fisici.
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Il caldo di questi giorni ha messo in allerta le autorità sanitarie, non solo in Italia, ma anche in molti altri paesi europei. Per effetto del cambiamento climatico, le ondate di calore sono diventate infatti sempre più intense e soprattutto più lunghe, esponendo le persone a temperature elevate per diversi giorni. Questo implica un rischio maggiore di malori, colpi di calore, svenimenti e nei casi estremi, soprattutto nelle persone più vulnerabili, anche di morte.

Tra i diversi meccanismi attraverso cui il caldo può colpire il nostro corpo uno dei più frequenti è la disidratazione. Può sembrare una cosa da poco conto, ma avere un apporto adeguato di liquidi è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro corpo. Se i livelli di idratazione scendono al di sotto della soglia raccomandata per molto tempo, si rischino infatti una serie di effetti collaterali che possono interessare anche organi vitali come il cuore.

Come capire se si è disidrati

Il corpo ci segnala in diversi modi quando stiamo perdendo troppi liquidi e non stiamo assumendo abbastanza acqua per integrarli a sufficienza. Per prima cosa – spiega il portale del Santagostino – il corpo attiva il centro cerebrale della sete per spingerci a bere di più. Questo significa senso di sete, ma anche sensazione di bocca secca e asciutta. Oltre a questo primo campanello d'allarme, la disidratazione può causare un senso di stanchezza generale, debolezza, difficoltà a concentrarsi e mal di testa. Anche la pelle può manifestare l'apporto insufficiente di acqua con segni di secchezza cutanea, mentre il corpo, avvertendo lo scarso apporto di liquidi come un segnale di pericolo, cerca di trattenere quelli presenti, riducendo l'istinto alla minzione e la sudorazione.

Se si avverte uno di questi sintomi, soprattutto se si assumono farmaci diuretici, si soffre di condizioni che aumentano il rischio di disidratazione, come il diabete, o dopo episodi prolungati di diarrea o vomito, è fondamentale intervenire in modo tempestivo. Fortunatamente, la disidratazione non è un fenomeno improvviso, ma una condizione che peggiora progressivamente nel tempo, quindi in condizione di disidratazione lieve la prima cosa da fare è bere tanta acqua, mentre in casi più avanzati possono essere consigliati dal medico anche integratori per ripristinare i giusti livelli di elettroliti.

Perché la disidratazione è pericolosa

La disidratazione prolungata può avere una serie di conseguenze. Può compromettere le funzioni cognitive, la vista, aumentare il rischio di infezioni urinarie, ma può soprattutto aumentare il rischio di colpo di calore e quello di aritmie. Per quanto riguarda il primo, si tratta di uno degli effetti più temibili del caldo eccessivo e si verifica quando il corpo raggiunge una temperatura così elevata da non riuscire più a cedere calore per raffreddarsi e questo può causare danni a organi vitali, in casi estremi anche fatali.

Per quanto riguarda il rischio di aritmia, è importante sapere che quando il corpo si disidrata va incontro anche a squilibri elettrolitici, ovvero nelle concentrazioni nel nostro sangue di quelle sostanze come sodio, potassio, calcio e magnesio. Nello specifico, quando è il potassio a scendere a un livello troppo basso, si può presentare una situazione nota come ipokaliemia o ipopotassiemia. Questa condizione può – spiega il Manuale MSD – portare debolezza, crampi, spasmi, ma anche effetti più gravi, in quanto il potassio svolge un ruolo fondamentale nel regolare il ritmo del cuore ed evitare l'insorgenza di aritmie.

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