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Cancro, aumentano le diagnosi dei tumori in Italia: quali sono i più frequenti e letali

Presentato all’Istituto Superiore di Sanità (ISS) “I numeri del cancro in Italia 2023”, il censimento dedicato a diagnosi e mortalità dei tumori nel nostro Paese. Registrati quasi 20.000 casi in più rispetto al 2020. Calano i decessi in generale, ma preoccupa l’aumento significativo di quelli per tumore al polmone nelle donne (+16%). Dati negativi anche per le neoplasie al pancreas e il melanoma.
A cura di Andrea Centini
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Le diagnosi di tumore in Italia continuano ad aumentare e per il 2023 ne sono state stimate ben 395.000, 208.000 per gli uomini e 187.000 per le donne. Si tratta di un incremento di oltre 18.000 diagnosi rispetto al 2020, quando furono circa 376.000. Il dato è particolarmente significativo anche perché si registra al contempo un calo degli screening, preziosissimi per prendere in tempo la malattia e avere migliori possibilità di cura. Nel 2022, a livello nazionale, gli esami diagnostici sono stati inferiori rispetto a quelli svolti nel 2021, quando i numeri avevano di nuovo raggiunto la soglia precedente alla pandemia di COVID-19 (che li aveva fatti crollare, a causa delle restrizioni e della paura dei contagi). In altri termini, oggi ci ammaliamo di più e anche più giovani, come evidenziato da recenti studi, soprattutto a causa di stili di vita insalubri. Ciò nonostante il cancro non solo si può prevenire in larga parte dei casi, ma si può anche sconfiggere. Sono infatti sempre più numerose le persone che guariscono e tornano alla propria vita.

Sono i due messaggi principali che emergono dal volume “I numeri del cancro in Italia 2023” (qui il documento completo in PDF), presentato martedì 12 dicembre presso il Museo dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) a Roma. Come spiegato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) in un comunicato stampa, si tratta della tredicesima edizione “del censimento ufficiale dedicato alla diagnosi e al trattamento delle neoplasie”. A metterlo a punto, oltre alla stessa AIOM, l'Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening (Ons), Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), Passi d’Argento e Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (Siapec-Iap).

Per quanto concerne le diagnosi dei singoli tumori, quello più rilevato dagli oncologi in Italia nel 2023 è quello alla mammella, con 55.900 casi. Seguono quello il tumore al colon-retto con 50.500; al polmone (44.000); prostata (41.100); vescica (29.700); stomaco (15.000) e pancreas (14.800). Negli uomini i più diagnosticati sono il tumore alla prostata (19,8 percento del totale), polmone, colon-retto e vescica. Nelle donne il primato spetta al tumore alla mammella (30 percento del totale), seguito dal tumore al colon-retto, polmone ed endometrio. Fra questi tumori si annoverano i cosiddetti “Big Killer”, cioè quelli che uccidono di più. I cinque tumori più letali in Italia sono quelli al polmone (34.000 decessi stimati nel 2022), al colon-retto (19.800), alla mammella (12.900), al pancreas (12.100) e al fegato (11.200). Messe assieme, queste neoplasie provocano oltre il 40 percento delle vittime totali per cancro nel nostro Paese, come evidenziato dai dati riportati dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e pubblicati dall'Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) per il 2022.

Nonostante si tratti di cifre consistenti, gli autori del volume 2023 sui numeri del cancro sottolineano gli enormi passi in avanti fatti nel salvare la vita dei pazienti, grazie agli screening precoci, alla lotta al tabagismo – risultata molto efficace negli uomini – e ai significativi progressi nelle terapie. Basti sapere che, nel periodo compreso tra il 2007 e il 2019, tra gli uomini sono state stimate oltre 206.000 morti in meno per cancro (in tutte le sedi) rispetto a quelle attese, con un calo dei decessi complessivo del 14,4 percento. Per le donne, nello stesso arco temporale di 13 anni, le morti evitate sono state oltre 62.000, che corrisponde a una riduzione dei decessi del 6,1 percento. Complessivamente si è passati dalle circa 4.000 morti evitate nel 2007 alle quasi 29.000 del 2019, un progresso notevole e che fa ben sperare per il futuro.

A beneficiare della riduzione dei decessi, come evidenziano i dati, sono stati soprattutto gli uomini; fra essi le morti evitate (rispetto a quelle attese) sono state circa 73.000 per i tumori del polmone; 31.000 per quelli alla prostata; 26.000 per lo stomaco; e 16.000 per il colon-retto. Per i tumori del pancreas e del melanoma (quest'ultimo tra i più diffusi e letali tumori della pelle) si è invece registrato un numero di decessi superiore a quello previsto. Tra il 2007 e il 2019 ci sono stati infatti 1.344 morti in più rispetto al numero atteso (+1,9 percento) per il tumore del pancreas e 1.256 morti in più (+9,5 percento) per il melanoma. Secondo gli oncologi il 36,6 percento delle morti oncologiche evitate tra gli uomini è legato ai progressi nella lotta al vizio del fumo e alle terapie sempre più efficaci.

Per quanto concerne le donne, i decessi evitati sono stati 16.000 per i tumori dello stomaco; 11.000 per quelli al colon-retto; e oltre 10.000 per la mammella. Tuttavia i ricercatori hanno evidenziato anche dati negativi da non sottovalutare. Fra i più significativi un incremento nei decessi per i tumori del polmone (+16 percento), del pancreas (+6,9 percento) e per il melanoma (+6,6 percento). Secondo gli oncologi l'aumento delle vittime fra le donne per carcinoma polmonare, che nella stragrande maggioranza dei casi è provocato dal vizio del fumo, è legato proprio alla diffusione del tabagismo.

Il documento presentato all'Istituto Superiore di Sanità sottolinea che molti tumori possono essere prevenuti perseguendo un corretto stile di vita, salubre, ciò nonostante i dati condivisi dall'AIOM fanno emergere che nel nostro Paese deve essere fatto molto di più proprio sotto il profilo della prevenzione, sia per quella primaria che per quella secondaria. “Il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute”, spiega l'associazione. Ai comportamenti insalubri si aggiunge anche il sopracitato calo degli screening, soprattutto nel Settentrione, dove le mammografie sono passate dal 63 percento del 2021 al 54 percento del 2022 e le colonscopie dal 45 al 38 percento. Tutto questo in un contesto in cui è previsto un incremento importante delle diagnosi di malattie oncologiche nei prossimi anni; secondo le stime, infatti, nei prossimi due decenni cresceranno dell'1,3 percento all'anno per gli uomini e dello 0,6 percento per le donne.

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