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Immigrazione clandestina e coltivazione della cannabis: la Camera approva la depenalizzazione

Attenzione: la depenalizzazione riguarda solo le violazioni commesse da istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca che hanno ottenuto autorizzazione ministeriale alla coltivazione per scopi scientifici, sperimentali o didattici.
A cura di D. F.
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UPDATE: Con 332 sì, 104 no, 22 astenuti, 171 assenti  la Camera dei Deputati approva la delega al governo su depenalizzazione e messa alla prova.

E' previsto per stamattina il voto finale della Camera dei Deputati sulla proposta di legge C.331-927-B, già licenziata dai deputati nel luglio scorso e modificata a gennaio dal Senato. Il provvedimento prevede l'inserimento di "pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili". Per la maggioranza si tratta di una norma di civiltà, che punta a migliorare molte disfunzioni del sistema penale italiano e ridurre il sovravvollamento dei penitenziari. La Lega Nord, tuttavia, ha promesso battaglia, nella convinzione che si tratti in realtà di una legge "svuotacarceri", e intravvedendo la cancellazione del reato di clandestinità.

In realtà il provvedimento prevede la messa in prova di un nuovo sistema penale meno duro verso chi finisce per la prima volta sotto processo per reati con pena fino a 4 anni. Il soggetto, in particolare, può concordare con i giudici un percorso di riabilitazione non detentivo, ma improntato sui lavori socialmente utili, al termine dei quali il reato risulterà estinto. Secondo il vice ministro della Giustizia Enrico Costa si tratta di "un indubbio passo avanti in termini di civiltà giuridica. Con questo e altri provvedimenti passiamo da un sistema troppo ingessato, e incentrato sulla detenzione in carcere, a uno più flessibile. La messa in prova ci aiuterà nel deflazionare i tribunali e ad alleviare il sovraffollamento delle carceri. Ovviamente ci aiuterà anche con l’Europa che ci tiene sotto osservazione".

 Tra i reati che verranno depenalizzati ce ne sono due che innesceranno polemiche: il primo è quello di immigrazione clandestina; il secondo la coltivazione di piante dagli effetti stupefacenti. La legge prevede una delega al governo per introdurre sanzioni amministrative e civili alternative al reato penale. Va specificato, tuttavia, che la legge non depenalizza l'uso personale della cannabis. Come spiega l'Aduc – Associazione per i diritti degli utenti e consumatori – "si tratta di una legge delega, ovvero di un provvedimento che richiede l'intervento attuativo del Governo entro 18 mesi. Niente in esso contenuto depenalizza alcunché fino a quando il Governo non emanerà i relativi decreti legislativi". Non solo: la legge riguarda esclusivamente le violazioni commesse da istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca che hanno ottenuto autorizzazione ministeriale alla coltivazione per scopi scientifici, sperimentali o didattici. "In breve – spiega l'Aduc – se questi istituti autorizzati dal Ministero non osservano le prescrizioni e le garanzie cui l'autorizzazione è subordinata, non incorreranno più in sanzioni penali ma solo amministrative (pecuniarie). Questo significa che chiunque coltiva piante di cannabis senza autorizzazione ministeriale – che come detto può essere concessa solo a istituti universitari e laboratori pubblici di ricerca – continua ad essere perseguito penalmente, esattamente come prima".

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