Ilva, Pd e Pdl contro la decisione del gip: in gioco il futuro dei lavoratori

L’ultima notizia giunta ieri sull’Ilva di Taranto, la decisione cioè del gip Patrizia Todisco di procedere alla bonifica degli impianti dell’acciaieria posti sotto sequestro ma senza prevedere alcuna facoltà d’uso a fini produttivi, ha immediatamente innescato le polemiche di quanti la ritengono assolutamente incomprensibile e dannosa per l’azienda. Dal mondo politico sono state diverse le reazioni, molti sono concordi nel parlare di una illogicità di questa decisione auspicando al più presto chiarezza. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che sta seguendo la vicenda Ilva sin dall’inizio, ha detto di sperare che prosegua il percorso di risanamento degli impianti, per lui la decisione di fermare la produzione “dovrebbe essere guidata dalla tipologia degli interventi da realizzare che in alcuni casi richiedono la fermata di parti degli impianti, in altri suggeriscono invece il contrario”.
Concordi nella polemica contro il Gip sono, invece, Pdl e Pd: a entrambi i partiti, infatti, non è piaciuta questa decisione che è stata definita “illogica e contraddittoria”. Stefano Fassina del Pd, in particolare, ha ricordato come uno stop della produzione metta in gioco le prospettive di un’azienda strategica come l’Ilva e soprattutto il futuro di decine di migliaia di lavoratori. Quegli stessi lavoratori che già in seguito al primo provvedimento della magistratura erano scesi in piazza supportati dai sindacati in forma di protesta. Dal Pdl, invece, hanno espresso il loro parere critico Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del partito, e Maurizio Sacconi: per entrambi quanto stabilito è illogico e allarmante. Per Sacconi, in particolare, lo stop alla produzione è sbagliato perché paralizzerà il più grande sistema siderurgico europeo mentre la produzione, dal suo punto di vista, è compatibile con gli obiettivi di risanamento ambientale.
L’Idv difende il gip, Ferrante preoccupato per l’azienda – Chi invece difende quanto stabilito dal gip (criticando, invece, quanti stanno polemizzando) è il partito di Antonio Di Pietro: per l’Idv la magistratura di Taranto sta tentando di applicare la legge italiana anche dentro l’Ilva, permettendo all’azienda di ristrutturarsi, mettendo in sicurezza gli impianti con la cessazione dell’inquinamento dell’aria, della terra e del mare. Chi ha subito la decisione del gip è chiaramente anche il presidente dell’Ilva Bruno Ferrante il quale è stato escluso dalla gestione delle attività delle aree a caldo. La sua reazione è stata immediata, Ferrante ha impugnato il provvedimento e ha convocato il cda. Già nei giorni scorsi il presidente dell'Ilva aveva ricordato come uno stop di Taranto avrebbe provocato la chiusura anche degli altri stabilimenti italiani, da ieri l’ultimo allarme: “Dal provvedimento del gip nasceranno seri problemi per l’azienda”.