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Il vescovo che chiede di abolire i padrini: “Figure usate dalla ‘ndrangheta”

Da Reggio Calabria la richiesta dell’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini di una moratoria di dieci anni contro l’uso strumentale dei sacramenti da parte dei clan. La richiesta arriva dopo la “scomunica ai mafiosi” pronunciata da Papa Francesco nella piana di Sibari.
A cura di Susanna Picone
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Abolire i padrini di battesimi e cresime per evitare infiltrazioni criminali nella Chiesa. È stata questa la proposta che l’arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, ha rivolto a Papa Francesco. Lo scorso 29 giugno, quando il religioso ha ricevuto dalle mani di Papa Bergoglio il pallio, l’insegna liturgica di lana bianca che rappresenta la pecora con il pastore che porta sulle sue spalle, è stata affrontata la delicata questione. Al termine della Messa nella Basilica Vaticana, secondo quanto ha detto l’arcivescovo di Reggio Calabria, Francesco si è ricordato di una lettera che Morosini gli aveva inviato tempo fa e nella quale gli aveva scritto che per ostacolare l’uso strumentale della Chiesa e dei sacramenti da parte della ‘ndrangheta, è necessario “abolire per 10 anni i padrini per i sacramenti del battesimo e della cresima”. Secondo l’arcivescovo di Reggio potrebbe questo essere un esperimento da applicare inizialmente almeno per la sua diocesi. La proposta di Morosini arriva dopo che nella piana di Sibari, il 21 giugno scorso, Papa Francesco aveva scomunicato i mafiosi.

Vietare i padrini nei sacramenti di battesimo e cresima

“Papa Francesco vuole che tutti noi, vescovi della Calabria, ci incontriamo per discutere di questo problema e inviare poi una relazione scritta a lui personalmente”, ha spiegato ancora il religioso. Morosini ha anche detto che Bergoglio è rimasto molto colpito dalla realtà calabrese: “Mi ha incoraggiato ad andare avanti, con forza e fiducia, nel ministero episcopale a Reggio Calabria”. La sospensione dei padrini è una questione che sta molto a cuore al presule reggino. Morosini ne aveva ampiamente parlato dalle colonne dell'Avvenire di Calabria, dicendo che “il padrino oggi ha perso di fatto il profilo teologico-pastorale, ed è diventato semplicemente una figura di riferimento all'interno di un rapporto di parentela o di amicizia, se non di altro”.

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