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I migranti sopravvissuti: “I libici ci hanno sparato addosso”

Secondo i racconto dei naufraghi sopravvissuti alla tragedia del Canale di Sicilia, motovedette libiche avrebbero sparato sul barcone in partenza dalle coste africane.
A cura di Antonio Palma
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Sono agghiaccianti le testimonianze dei naufraghi dell'ultima tragedia del mare avvenuta nel Canale di Sicilia al largo di Lampedusa  che ha causato 34 morti. Alcuni dei 146 migranti sopravvissuti all'ennesimo affondamento di un barcone che cercava di arrivare sulle nostre coste, hanno spiegato infatti che  durante la traversata sono stati avvistati da alcune imbarcazioni militari libiche che invece di aiutarli hanno iniziato a sparargli contro. Appena lasciate le coste dell'Africa e con il barcone ancora in acque territoriale libiche "I Libici quando ci hanno avvistati ci hanno sparato addosso, uccidendo due di noi" hanno raccontato  i naufraghi appena dopo essere sbarcati sull'Isola di Malta da alcune motovedette maltesi che li avevano soccorsi venerdì pomeriggio.  "Hanno sparato all'impazzata. Penso volessero colpire lo scafista ma hanno ucciso due di noi. A bordo c'era il panico e le persone cercavano di farsi scudo uno con l'altro", ha spiegato uno dei superstiti della tragedia.

Inchiesta di Malta – I naufraghi, per la maggior parte siriani, hanno raccontato di aver dovuto pagare agli scafisti 3mila dollari a testa per essere imbarcati sul barcone che poi è affondato. "Abbiamo lasciato il porto di Zuwara giovedì scorso all'alba dopo aver consegnato i soldi ai militanti libici" ha detto un altro dei superstiti ricordando il viaggio della speranza prima della tragedia.  Questa e altre testimonianze sono state raccolte dalle autorità maltesi  che hanno aperto un'inchiesta sul caso degli spari da parte dei libici. Intanto la polizia maltese ha anche  fermato il presunto scafista, si tratterebbe di un tunisino identificato da diversi superstiti portati sull'isola.

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