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Iraq, che cosa è l’Isis, chi è al-Baghdadi e come ha creato il suo stato del terrore

Addestrate, equipaggiate, ricche. Le formazioni jihadiste che stanno mettendo a ferro e fuoco il Medioriente sono fedeli all’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi, ex medico imprigionato per 5 anni nelle carceri Usa e addestrato per destabilizzare la Siria. Il religioso oltre alle armi, fornite in passato dagli Usa, ha dalla sua la disponibilità quotidiana di circa 3 milioni di euro.
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Militarmente preparati. Fanaticamente determinati. Ricchi più di quanto si possa immaginare. Questa, in sintesi, è la carta d'identità dell'Is (ovvero lo Stato Islamico, noto anche con le sigle di Isis e Isil), che da settimane sta diffondendo terrore e morte in Iraq, Siria e Libano. La decapitazione del giornalista americano James Foley, avvenuta nelle scorse ore in Siria, è solo l'ultimo drammatico capitolo di una escalation di violenze, che ha visto come protagonisti gli uomini fedeli all'autoproclamato neo califfo iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, lo stesso che ha ordinato il massacro di centinaia di civili nella regione settentrionale dell'Iraq a maggioranza kurda e di fede non islamica. La macchina di terrore che si è impossessata del Nord del paese mediorientale e che sta combattendo con successo in Siria, dimostra di avere due caratteristiche principali: essere altamente preparata dal punto di vista militare (sia come capacità strategica che come equipaggiamenti) e godere di una grande disponibilità (sia in termini economici che di uomini a disposizione).

A capo dell'Is c'è l'auto proclamato neo califfo iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, noto anche con i nomi di Ibrahim ibn Awwad ibn Ibrahim ibn Ali ibn Muhammad al-Badri al-Samarrai e Abu Du'a, nonché personaggio di spicco della corrente più estremista dell'Islam Sunnita. È cosa nota, perché emerso dagli archivi dell'ex agente americano Edward Snowden che ha rivelato tra le altre cose lo scandalo della Nsa (la National security agency, agenzia di spionaggio americana che ha posto sotto controllo le conversazioni di milioni di cittadini sia negli Stati Uniti che in Europa), che il religioso al-Baghdadi sia stato formato militarmente in occidente dai servizi segreti Cia (Usa), Mi6 (Regno Unito) e dal Mossad (Israele). L'obiettivo, legato all'arruolamento di al-Baghdadi, sarebbe stato quello di creare una sempre maggiore destabilizzazione dell'area mediorientale così da aprire il terreno, a livello diplomatico, ad una nuova e rafforzata presenza militare occidentale in Iraq.

“Al-Baghdadi – ha affermato all'agenzia di stampa Ria Novosti Francis Boyle, professore di Diritto presso l'Università dell'Illinois – ha trascorso cinque anni di detenzione in strutture degli Usa, così come tre dei quattro capi militari dell'Is hanno compiuto lo stesso percorso di formazione, venendo catturati e imprigionati dalle forze Nordamericane”. Gli Usa, insieme agli altri alleati occidentali, ha anche armato e istruito i primi miliziani dell'Is con l'obiettivo di combattere e quindi rovesciare il regime di Damasco guidato da Bashar al Assad, per destabilizzare l'area e mitigare, indirettamente, la grande influenza nella regione di Iran e Russia, considerati i veri pericoli per la politica estera Nordamericana in Medioriente.

Come nasce l'Isis, stato Islamico dell'Iraq e della Siria

Il salto di qualità delle milizie dell'Is, all'epoca Isis (sigla per Stato islamico dell'Iraq e della Siria), avvenne formalmente dopo il blocco diplomatico imposto da Mosca a Washington e relativo all'intervento militare sul suolo di Damasco. Da quel momento, più di un anno fa, le milizie dell'Is hanno avviato le operazioni militari per destabilizzare e defenestrare Al-Assad ed aprire così la porta ai partner occidentali. Le cronache, tuttavia, riportano non solo che l'operazione siriana non abbia prodotto i risultati sperati, il regime di al-Assad è sempre forte al comando almeno di una parte del paese, ma risulta chiaro che oggi l'aiuto del presidente siriano sia necessario per contrastare l'avanzata delle forze jihadiste che, nel frattempo, hanno apertamente modificato gli obiettivi della lotta puntando armi ed attenzioni verso l'Iraq settentrionale e, più di recente, il Libano.

La preparazione militare dei militanti dell'Is, che ripetutamente hanno messo in rotta l'ancora disorganizzato, male addestrato e peggio armato esercito regolare iracheno (mentre in Siria hanno avuto più filo da torcere), è stata tale da permettere alla formazione estremista di conquistare e gestire come uno stato autonomo parti dell'antica Mesopotamia. Su tutte l'area di Mosul, una delle più grandi e importanti città dell'Iraq che al momento – e nonostante i report spesso acritici dei media occidentali –, non solo è ancora in mando alle forze fedeli ad al-Baghdadi, ma che ospitando una delle più importanti dighe del paese minaccia involontariamente la vita di circa mezzo milione di persone. Se i miliziani in nero dovessero far esplodere l'impianto, notizie non verificabili al momento suggeriscono che l'intera area sia stata già minata, la devastazione che ne deriverebbe provocherebbe l'ennesima strage di innocenti nel Paese. Tutto questo, è bene sottolineare, è stato reso possibile dunque sia grazie alla preparazione militare dei jihadisti del neo califfo, ma anche e soprattutto grazie all'ingente disponibilità economica nelle mani dell'Is.
Secondo quanto dichiarato da Michael Knights, socio del Washington Institute per le politiche Nord americane in Medioriente (ed esperto di Iraq, Iran e stati del Golfo Persico) a Yahoo Finance l'Isis è con tutta probabilità l'organizzazione terroristica più ricca del mondo, questo grazie ad una struttura adottata dall'organizzazione negli anni '90.

Da dove arrivano i soldi dell'Isis

“L'Is è sempre stata una struttura terroristica estremamente ricca – ha spiegato Knights –, questo perché gestisce da tempo e con modalità criminali, il business del petrolio. Prendono l'oro nero dall'Iraq, lo portano nelle raffinerie presenti in Siria e poi, da lì, lo contrabbandano verso la Turchia o persino attraverso l'Iran”. Secondo l'esperto nordamericano i miliziani dello Stato Islamico gestiscono un traffico illegale di petrolio della portata compresa tra i 30 ed i 40mila barili al giorno, con introiti che oscillano tra i 2 milioni di Dollari e i 4 milioni di dollari al giorno (rispettivamente tra gli 1.5 milioni e i 3 milioni di euro).
Questa straordinaria disponibilità economica fa sì che gli uomini fedeli ad al-Baghdadi possano arrivare ad avere sul libro paga più di 60mila combattenti (cui si devo aggiungere, secondo le stime delle agenzie d'intelligence, circa 12mila militanti volontari di cui circa 3mila provenienti dai paesi occidentali) per una spesa ipotizzata di circa 425 milioni di Dollari l'anno (pari a circa 318 milioni di euro). E molti analisti sono concordi nel ritenere che con queste cifre in campo le forze estremiste possano, in modo relativamente facile, conquistare o, per meglio dire, acquistare la vittoria ed imporre in un periodo medio lungo il proprio dominio su intere zone della Mesopotamia con le drammatiche conseguenze che sono già sotto gli occhi di tutti.

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