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Grillo pubblica il decalogo del Movimento: niente alleanze con Di Pietro

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulle regole per le candidature e gli eletti nel movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo pubblica una guida dove spiega che non ci sarà alcuna alleanza con gli altri partiti né tantomeno le primarie, ma un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’euro. Per gli attivisti presto vietata la presenza nei talk show televisivi.
A cura di Antonio Palma
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Grillo pubblica il decalogo del Movimento: niente alleanze con Di Pietro

Troppe chiacchiere, troppi interventi fuori e dentro il Movimento Cinque Stelle a proposito delle regole da seguire per candidati ed eletti del partito alle prossime elezioni politiche così, come è solito fare, Beppe Brillo ha preso la tastiera e ha pubblicato sul suo blog il decalogo "per tutti coloro che hanno dubbi interpretativi, dietrologie, necessità di chiarimenti". Regola numero uno nessuna alleanza con Di Pietro né con nessun altro partito in quanto "il M5S vuole sostituire il Sistema dei partiti con la democrazia diretta". Una proposta apparsa invece probabile a molti commentatori e sostenitori del Movimento dopo la proposta di eleggere il leader dell'Idv al Quirinale avanzata dallo stesso Grillo. Confermando le parole dello stesso ex magistrato, Grillo ammette che "Antonio Di Pietro ha la mia amicizia, ma il M5S non si alleerà né con l'IDV, né con nessun altro".

Altra regola su cui molto si è dibattuto in questi giorni soprattutto a proposito delle accuse nei confronti della consigliera comunale di Bologna Federica Salsi dopo la sua presenza a Ballarò, è quella sulla tv. "Non sono vietate interviste di eletti del M5S trasmesse in televisione" spiega il comico genovese, ma "è fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso delle reti RAI, delle reti Mediaset e de La7". Insomma si alle interviste no ai dibattiti che agli occhi del pubblico accomunano il Movimento e i suoi eletti agli altri partiti tradizionali.

Un altro capitolo spinoso è quello dei compensi dei futuri parlamentari che come ha documentato Mello su Pubblico vanno ben oltre lo stipendio base, tra rimborsi spese e indennità varie. Grillo ribadisce quello che aveva scritto nel suo codice di comportamento per i parlamentari e cioè che "gli eletti del M5S tratterranno per sé una parte degli emolumenti, oggi fissata in un massimo di 5000 euro lordi, e restituiranno la rimanenza allo Stato". Sulle modalità di restituzione resta ancora tutto da stabilire così come il comportamento sui rimborsi e altri benefit previsti per deputati e senatori.  Sicuramente invece "il M5S non ha incassato alcun rimborso elettorale per le regionali e non lo incasserà per le prossime politiche".

Ricorso alla democrazia diretta anche per stabilire se far rimanere l'Italia nell'euro oppure no. "Io ritengo che l'Italia non possa permettersi l'euro, ma devono essere gli italiani a deciderlo e non un gruppo di oligarchi o Beppe Grillo" ha spiegato il comico, dunque "spetta agi cittadini italiani attraverso un referendum la decisione finale. Nessun voto né primarie invece ci saranno per le elezioni politiche "non si votano leader o leaderini, ma la scelta di portavoce per la Camera e per il Senato".

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