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Grecia sull’orlo del default, ancora nessun accordo sulle riforme

Dopo la fumata nera di ieri, prosegue la trattativa tra Governo greco e partiti politici per arrivare ad un accordo sul piano delle riforme strutturali chieste dalla Troika per sbloccare i 130 miliardi di euro di aiuti. Se l’intesa non arriverà a breve, il pericolo fallimento si realizzerà presto.
A cura di Antonio Palma
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Dopo la fumata nera di ieri, prosegue la trattativa tra Governo greco e partiti politici per arrivare ad un accordo sul piano delle riforme strutturali chieste dalla Troika per sbloccare i 130 miliardi di euro di aiuti. Se l'intesa non arriverà a breve, il pericolo fallimento si realizzerà presto.

L'atteso vertice di maggioranza di ieri sera non ha dato i frutti sperati e la situazione della Grecia si fa sempre più disperata. Il Governo tecnico di Papademos cerca in tutti i modi l'appoggio delle forze politiche parlamentari per il varo del piano di riforme chiesto dalla Troika per sbloccare la nuova tranche di aiuti già programmata nel vertice europeo ad ottobre dell'anno scorso. Quei 130 miliardi di euro sono ossigeno per le casse pubbliche della Grecia che in questo modo potrebbe rilanciare la disastrata economia del Paese. Fmi, Banca Centrale Europea e Ue ormai hanno dato il loro ultimatum e se in breve tempo il Governo ellenico non otterrà risultati per la Grecia sarà il fallimento completo visto che a marzo dovrà rimborsare oltre 14 miliardi euro di bond in scadenza. Come ha confermato il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, entro due mesi la Grecia rischia di sprofondare con conseguenze non del tutto prevedibili sull'economia europea.

TRATTATIVE AD OLTRANZA – Eppure i partiti locali non sono ancora decisi ad accettare in tutto le imposizioni dalla Troika, che prevedono misure strutturali molto dure per il Paese che presto sarà chiamato a nuove elezioni politiche. Il confronto con il Governo, che dura ormai da settimane, proseguirà per tutta la giornata di oggi e Papademos cercherà di convincere i tre leader dei partiti che lo appoggiano in Parlamento, Pasok,  Nuova democrazia e Laos, dopo il mezzo accordo di ieri. "Un accordo sui punti base del piano proposto dalla troika è stato raggiunto" ha dichiarato Papademos, ma in realtà una grossa fetta del programma di tagli alla spesa pubblica resta ancora in forse e osteggiata da destra e sinistra. Sul piatto della bilancia, infatti, misure severissime di austerità che vanno a tagliare stipendi pubblici e a ritoccare salari minimi per non parlare di licenziamenti e pensionamenti anticipati, il tutto per tagli pari a oltre l’1,5%del Pil della Grecia.Un altro punto della discussione è l'accordo con i creditori internazionali che chiedono nuove misure in cambio del taglio del credito. Anche qui la trattativa prosegue anche se sembra in dirittura di arrivo un accordo con i fondi internazionali di investimento. I cittadini greci sono sul piede di guerra e manifestazioni di protesta sono previste nei prossimi giorni, mentre i sindacati hanno già annunciato scioperi di oltre 24 ore.

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