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“Grave identificare chi protesta contro Governo”: Scotto (Mdp) presenta interrogazione dopo denuncia Fanpage.it

Arturo Scotto (Mdp – Articolo 1) dopo la denuncia di Fanpage.it circa le identificazioni alla manifestazione di Amnesty International: “Un fatto gravissimo per il quale ho deciso di chiedere immediatamente conto attraverso un’interrogazione urgente al Ministro Minniti”.
A cura di Redazione
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Ha destato molte perplessità l’identificazione di un attivista e del portavoce di Amnesty International dopo il flash mob in occasione della giornata del rifugiato. Come vi abbiamo mostrato, infatti, l’intervento degli agenti è avvenuto secondo modalità molto discutibili e si è concluso con la richiesta di “dissociarsi” dalla critiche rivolte al decreto che porta la firma del ministro dell’Interno Minniti e della Giustizia Orlando.

Ora interviene anche Arturo Scotto, deputato di Mdp – Articolo 1, con una interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti urgenti al Governo. Ecco cosa dichiara Scotto in una nota:

“Durante un flash mob di Amnesty International, un attivista è stato identificato dalla Digos perché stava criticando in piazza il decreto Minniti-Orlando. Un fatto gravissimo per il quale ho deciso di chiedere immediatamente conto attraverso un’interrogazione urgente al Ministro Minniti. Da quando esprimere un’opinione comporta l’identificazione da parte delle forze di polizia? E’ un reato contestare in Italia? Queste sono pratiche inaccettabili nel nostro Paese. Guardando il video di Fanpage, che ha denunciato l’accaduto, sorprende anche la richiesta di un funzionario della Digos al portavoce di Amnesty Riccardo Noury di dissociarsi dalle parole dell’attivista. Precedente gravissimo e pericoloso. Il Ministro dovrà rispondere in Parlamento di questa pagina di oscurantismo e di sospensione dei diritti costituzionali”

Ecco il testo dell'interrogazione parlamentare di Scotto:

Al Ministro dell'interno – Per sapere – premesso che:

in data 20 giugno 2017 ricorreva la celebrazione della giornata mondiale del rifugiato e per l’occasione l’associazione Amnesty international insieme ad altre organizzazioni e reti che si occupano di tutela dei diritti umani organizzavano un flash mob in Piazza del Pantheon a Roma;

nel corso dell’iniziativa prendevano parola diversi attivisti, avvocati e rappresentanti delle organizzazioni;

in particolare, al termine dell’intervento dell’avvocato Gianluca di Candia che aveva preso la parola per spiegare gli effetti del decreto c.d. “Orlando-Minniti” ed esprimendo il suo parere contrario, lo stesso veniva poco prima avvicinato, poi fermato per l’identificazione da agenti della Polizia di Stato lì presenti in piazza;

come si evince dal video pubblicato dalla testata giornalistica Fanpage.it, la stessa sorte toccava agli altri attivisti lì presenti che chiedevano spiegazioni rispetto a quanto stesse accadendo;

inoltre, sempre dal video pubblicato da Fanpage si vede il funzionario di polizia che sorprendentemente chiede al Amnesty, Riccardo Noury di dissociarsi dalle parole pronunciate dall’avvocato durante il suo intervento;

ad opinione dell’interrogante quanto accaduto rappresenta un fatto gravissimo e un pericoloso precedente: Da quando esprimere un'opinione comporta l'identificazione da parte delle forze di polizia? E' forse un reato criticare i provvedimenti adottati dal Governo a dal Parlamento in Italia? Oppure è diventato vietato citare pubblicamente il nome dei ministri della Repubblica? E soprattutto da quando le forze dell’ordine hanno il mandato di chiedere pubblicamente di dissociarsi a persone su parole pronunciate da altri nel corso di iniziative pubbliche?;

sembrerebbe, quindi, che a Roma il 20 giugno scorso sia andata in scena una brutta pagina di oscurantismo e di sospensione dei diritti costituzionali garantiti dalla nostra Repubblica, inaccettabile per un Paese democratico;

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, quale sia la sua posizione e come intenda procedere su quanto accaduto;

quali iniziative urgenti intenda intraprendere per evitare che simili gravi episodi si ripetano in futuro;

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