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Giovanni Lo Porto: Obama non aveva certezze quando ha incontrato Renzi

La precisazione della Casa Bianca arriva mentre la famiglia del cooperante ucciso da un drone americano chiede spiegazioni e una bara su cui piangere.
A cura di Susanna Picone
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Le polemiche per l'uccisione del cooperante italiano Giovanni Lo Porto e dell'americano Warren Weinstein proseguono in Italia e anche negli Stati Uniti, con critiche alla Casa Bianca e ad un programma, quello sui droni, poco trasparente. In Italia è polemica anche riguardo i tempi dell’annuncio della morte di Lo Porto, che era stato rapito nel 2012 in Pakistan. Dopo che il ministro degli Esteri Gentiloni ha detto alla Camera (in un’aula praticamente vuota) che il governo è stato informato solo mercoledì, anche Renzi intervenendo in televisione ha difeso la “correttezza” degli americani. Americani che hanno affermato che il presidente Barack Obama non aveva certezze quando Matteo Renzi è andato alla Casa Bianca. E per questo non lo ha informato della morte di Giovanni Lo Porto. Se avesse avuto tutte le informazioni – ha assicurato all’Ansa la Casa Bianca – “il presidente avrebbe sicuramente informato Renzi quando era a Washington”. “Ci sono molti passaggi relativi alla raccolta di tutti i fatti necessari, nel condurre le analisi e nei preparativi per informare. Questi passaggi – afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Edward Price – non erano stati completati al momento della visita di Renzi. Se il processo fosse stato portato a termine, il presidente Obama avrebbe certamente informato Renzi quando era a Washington”.

I familiari di Giovanni Lo Porto: “Qualsiasi cosa sia rimasta chiediamo la restituzione” – La precisazione della Casa Bianca arriva mentre la famiglia di Giovanni Lo Porto chiede spiegazioni e anche una bara su cui piangere. Dopo lo sfogo del padre del cooperante italiano, è stato il fratello a chiedere chiarezza: “Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni, gli Stati Uniti hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse”. “Se Obama, il presidente della potenza mondiale per eccellenza, ha chiesto scusa, qualcosa sarà andato storto”, ha dichiarato Giuseppe Lo Porto chiedendo appunto la restituzione del corpo del fratello: “Sono passati tre mesi dal raid americano, non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione”.

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