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Gaza, continuano i raid israeliani. Uccisa una madre coi suoi tre figli

Mentre proseguono i bombardamenti e le vittime palestinesi sono salite a 2.122 si avvicina la possibilità di una nuova tregua. Hamas ha già accettato, si attendono risposte da Israele.
A cura di Davide Falcioni
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UPDATE: Anonymous ha attaccato la scorsa notte alcuni tra i principali siti israeliani. Gli hacker hanno messo per diverse ore fuori uso i portali del Governo, forze armate, banca centrale, ambasciata israeliana negli Stati Uniti e ufficio dell'immigrazione. L'attacco è avvenuto in solidarietà con la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, che dall'8 luglio sta subendo l'aggressione delle forze armate israeliane, che hanno provocato oltre 2.100 morti, la maggior parte dei quali civili. Il governo di Tel Aviv ha tentato maldestramente di nascondere l'hackeraggio, affermando che i sistemi di sicurezza informatici stavano sventando un attacco che però, tuttavia, è andato perfettamente a segno.

Non conosce sosta l'offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza. Stamattina due palestinesi sono stati uccisi in seguito a una serie di 16 attacchi che non hanno risparmiato neppure due moschee. Nella giornata di ieri, invece, le vittime sono state 13, tra le quali una madre con i suoi tre figli. Il bilancio totale dei morti è così arrivato a quota 2.122 dall'inizio delle operazioni. Dopo qualche ora di pausa sono anche ripresi i lanci di razzi da parte di Hamas: ieri i miliziani ne hanno sparati 130, nessuno dei quali ha provocato vittime o feriti. E’ stato invece smentito il lancio di un razzo M 75 stamattina verso Tel Aviv. Le sirene hanno risuonato nella città israeliana ma si è trattato di un falso allarme.

L'Egitto propone un cessate il fuoco lungo un mese

In questo quadro sembrano aumentare le possibilità che presto venga indetta una nuova tregua. L'Egitto potrebbe annunciarla già stasera, dovrebbe durare un mese e prevederà anche l'apertura del valico di Rafah. Si attenderebbe la risposta di Israele, mentre Hamas ha già annunciato di essere favorevole ma di voler escludere una ripresa delle trattative indirette al Cairo, come invece auspicato dall'Egitto. Abu Mazen intanto ha fatto sapere di voler portare avanti un'iniziativa diplomatica e di voler presentare alle Nazioni Unite un calendario che preveda date precise per il ritiro di Israele dai territori palestinesi. Se il Consiglio di Sicurezza non accoglierà questa richiesta, Abu Mazen si rivolgerà alla Corte Penale Internazionale per mettere sotto accusa lo Stato di Israele ed ottenere la sua condanna per crimini di guerra. Dal canto suo, tuttavia, Tel Aviv sembra determinata ad andare avanti con l'operazione Bordo Protettivo e lo stesso primo ministro Netanyahu ha ribadito che i raid proseguiranno fino alla resa definitiva di Hamas senza condizioni, ovvero la revoca del blocco sulla Striscia di Gaza.

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