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Francia, “io sono Charlie Coulibaly”. Indagato il comico che elogia i terroristi

Il controverso polemista, già in passato condannato per antisemitismo, ora è accusato di “apologia del terrorismo” dopo aver scritto il post su Facebook con un chiaro riferimento al terrorista che ha ucciso 4 persone in un market a Parigi.
A cura di Biagio Chiariello
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"Sono Charlie Coulibaly". Una frase scritta su Facebook costata al controverso polemista Dieudonné l’iscrizione nel registro degli indagati della magistratura francese per apologia di terrorismo. L'umorista, già in passato condannato per antisemitismo, ieri sera, 11 gennaio 2015, che aveva detto che avrebbe preso parte alla marcia di Parigi – definita dallo stesso “leggendaria” e “paragonabile solo alla incoronazione di Vercingetorige” – ha scritto sul social network: “Io rientro infine in me: sapete che stasera, per quel che mi concerne, mi sento Charlie Coulibaly”, parafrasando a modo suo lo slogan ‘Je suis Charlie’ e associandolo al nome di Amedy Coulibaly, il killer del supermercato kosher nel quartiere ebraico parigino. Il post è stato subito rimosso, ma qualcuno è riuscito a salvare in tempo la schermata e a pubblicarla su Twitter.

La replica di Dieudonné

Dopo aver appreso dell’indagine, Dieudonné ha replicato con una lettera aperta al ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve “Quando io mi esprimo, non si cerca di capirmi, non mi si vuole ascoltare. Si cerca un pretesto per vietarmi. Mi si considera come Coulibaly mentre non sono diverso da Charlie”, scrive sempre su Facebook. “Da un anno, sono trattato come il nemico pubblico numero 1, mentre cerco solo di far ridere, di far ridere della morte, perché la morte ride di noi, come Charlie sa”, aggiunge, accusando lo Stato francese di perseguitarlo “con tutti i mezzi. Linciaggio mediatico, divieti ai miei spettacoli, controlli fiscali, ufficiali giudiziari, perquisizioni, inchieste… Oltre ottanta procedure giudiziarie si sono abbattute su di me e la mia famiglia”.

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