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Fondi Lega, Matteo Salvini querela Belsito ma salva Umberto Bossi: per lui niente processo

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha depositato una querela contro Francesco Belsito, ex tesoriere del partito, per appropriazione indebita. Salvini ha invece ‘risparmiato’ Umberto e Renzi Bossi, che non sono stati querelati. Il che vuol dire che il procedimento nei loro confronti verrà interrotto.
A cura di Stefano Rizzuti
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Matteo Salvini querela l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito. Una denuncia dovuta, in realtà, per non far decadere il dibattimento. Così questa mattina il leader della lega ha depositato, tramite i suoi legali, nella cancelleria della Corte d’Appello di Milano una querela nei confronti dell’ex tesoriere del Carroccio. Belsito è imputato per appropriazione indebita insieme a Umberto Bossi e al figlio di quest’ultimo, Renzo. Sono accusati di aver usato i fondi del partito per fini privati. Come accennato, la denuncia è indispensabile affinché possa essere celebrato il dibattimento considerando che per questo reato, sulla base delle nuove norme, non si può procedere d’ufficio.

La Lega aveva tempo fino alla fine di novembre per depositare l’eventuale querela, sulla base delle modifiche del codice penale apportate durante la scorsa legislatura. Se non lo avesse fatto, il processo si sarebbe chiuso con la dichiarazione di improcedibilità. Il che avrebbe voluto dire cancellazione delle condanne inflitte ai tre imputati dal tribunale nel luglio dello scorso anno. Per Umberto Bossi due anni e tre mesi di reclusione. Per Renzo Bossi un anno e sei mesi. E per Belsito due anni e sei mesi. Il segretario della Lega ha dato mandato ai suoi legali di querelare solamente l’ex tesoriere e non anche i due Bossi, padre e figlio, per i quali si dovrebbe quindi interrompere il dibattimento.

Ora sarà la quarta Corte d’Appello, davanti alla quale si era aperto il processo lo scorso 10 ottobre (poi rinviato al 14 gennaio), a valutare i termini della querela e capire se è o meno estensibile anche a Bossi. Secondo il capo di imputazione, l’ex tesoriere, nel periodo che va dal 2009 al 2011, si sarebbe appropriato di circa 2,4 milioni di euro, mentre Bossi di circa 208 mila euro. Da questa indagine sarebbe poi partito il processo genovese sulla maxi-truffa legata ai rimborsi elettorali, con la decisione della confisca dei 49 milioni di euro al Carroccio.

Bossi non sarà processato

Secondo quanto riporta l'Agi facendo riferimento a fonti legali, la querela depositata da Salvini riguarderebbe solo capi d'imputazione in cui Belsito non è accusato in concorso con i Bossi. Il che vuol dire che è probabile una sentenza di non luogo a procedere per Umberto e Renzo Bossi. Gli episodi contestati dalla procura di Milano a Belsito, stando alle parole di Domenico Mariani, legale di Umberto Bossi, sono più di 200.

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