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Guerra in Ucraina

Zelensky esulta per i carri armati Leopard e Abrams all’Ucraina ma esorta gli alleati: “Fate presto”

Il leader ucraino: “Ringrazio tutti i nostri alleati per la loro disponibilità. La cosa fondamentale ora è la velocità e il volume delle forniture. La velocità di addestramento dei nostri militari, la velocità di fornitura di carri armati all’Ucraina e il volume del supporto dei carri armati”.
A cura di Davide Falcioni
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"Quella di oggi è stata una giornata di ottime notizie per l'Ucraina. Abbiamo una coalizione di carri armati. Abbiamo la decisione di avviare la fornitura di carri armati per la nostra difesa: carri armati moderni. Ringrazio tutti i nostri alleati per la loro disponibilità. La cosa fondamentale ora è la velocità e il volume delle forniture. La velocità di addestramento dei nostri militari, la velocità di fornitura di carri armati all'Ucraina e il volume del supporto dei carri armati". Esulta Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, nel suo consueto discorso notturno a poche ore dalla decisione di Germania e Stati Uniti di fornire nei prossimi mesi 80 carri Leopard e 31 Abrams, ai quali andranno aggiunti i Challenger inglesi.

Per il leader di Kiev la decisione di Berlino e Washington potrebbe rappresentare una svolta decisiva nel conflitto, sebbene siano in realtà molte le incognite: i tank, infatti, saranno davvero operativi non prima di qualche mese e solo dopo un adeguato periodo di addestramento dei soldati ucraini. Non mancheranno poi problemi alla manutenzione dei mezzi, che nel caso dei Leopard andrà effettuata esclusivamente in Germania.

USA: "Per l'invio dei carri armati Abrams ci vorranno molti mesi"

I carri armati tedeschi – di certo – saranno sul terreno in Ucraina più velocemente degli Abram statunitensi, per i quali ci vorranno "molti mesi". A confermarlo alla Cnn John Kirby, coordinatore delle comunicazioni strategiche della Casa Bianca per la sicurezza nazionale. "Questi carri armati Leopard sono anche molto sofisticati. Sono ottimi carri armati e ce ne sono molti nel continente europeo. Siamo grati che i tedeschi contribuiscano immediatamente con 14, e che lavoreranno con alleati e partner per avere 60 carri armati… E saranno in grado di essere sul terreno in Ucraina più velocemente degli Abram", ha detto Kirby, aggiungendo "riteniamo che possano avere un impatto significativo poiché i combattimenti inizieranno a diventare più violenti nei mesi primaverili ed estivi".

Un carro Abrams
Un carro Abrams

Kiev: "Ora servono caccia F-16"

Le richieste di armamenti di Kiev non sono però terminate. Dopo i carri armati l'Ucraina punta a ottenere la fornitura di cacciabombardieri F-16 da parte dei Paesi occidentali. Lo ha dichiarato al quotidiano statunitense "The Hill" Yuriy Sak, consigliere del segretario della Difesa ucraino. Secondo il funzionario, Kiev è ottimista di poter spingere gli Stati Uniti e i loro alleati ad un impegno ancora maggiore nel conflitto, ottenendo moderni aerei da combattimento come richiesto sin dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina orientale, lo scorso febbraio. "Di ogni tipo di arma che richiediamo, avevamo bisogno già ieri", ha dichiarato Sak. "Faremo tutto il possibile per assicurarci che l'Ucraina ottenga aerei da combattimento di quarta generazione il prima possibile".

Finora i Paesi occidentali sono stati restii a inviare aerei da combattimento all'Ucraina, per non superare una linea rossa posta da Mosca contro l'invio di sistemi d'arma in grado di proiettare la forza Ucraina sino alla Crimea e al territorio russo. Secondo indiscrezioni rilanciate dai quotidiani statunitensi, tuttavia, la Casa Bianca sarebbe ora propensa ad appoggiare attacchi ucraini contro la Crimea, in risposta ai preoccupanti progressi conseguiti dalle forze russe sul campo nelle ultime settimane.

Kiev chiede missili a lunga gittata

Il governo ucraino , inoltre, chiede missili a lunga gittata; e Mikhailo Podolyak, braccio destro del presidente Volodymyr Zelensky, si è detto sicuro che l'Occidente troverà "un accordo" anche sulla consegna di questi missili, in grado di colpire per centinaia di chilometri le retrovie russe.

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