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Guerra in Ucraina

Come cambierà la guerra in Ucraina ora che Kiev riceverà 80 carri armati Leopard dalla Germania

Mirko Campochiari (Limes e Parabellum): “La Germania invierà all’Ucraina 80 carri armati Leopard, del tutto insufficienti per invertire i rapporti di forza con la Russia. Ne servirebbero mille all’anno”.
Intervista a Mirko Campochiari
Mirko Campochiari, storico, analista militare, collaboratore di Limes e fondatore di Parabellum.
A cura di Davide Falcioni
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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato questa mattina l'invio di 14 carri armati Leopard 2 all'Ucraina: "Abbiamo agito in stretto coordinamento con gli alleati", ha spiegato il capo del governo, rimarcando che la decisione è stata presa bilanciando gli interessi nazionali tedeschi con gli impegni internazionali.

L’invio dei carri armati tedeschi fa parte di un pacchetto più ampio: i Paesi europei intendono mettere a disposizione di Kiev, nel più breve tempo possibile, due battaglioni, ciascuno con 40 carri armati Leopard, per un totale di 80 mezzi. A questi dovranno poi aggiungersi gli Abrams che nelle prossime settimane arriveranno dagli Stati Uniti.

Scholz ha spiegato al Bundestag che i soldati ucraini dovranno ora essere addestrati all’impiego dei Leopard 2 dalla Germania e che la formazione avrà inizio al più tardi ai primi di febbraio. Dopodiché le forze armate di Kiev potranno disporre di alcune decine di carri armati da battaglia moderni. Basteranno ad invertire i rapporti di forza, che attualmente vedono la Russia in vantaggio? Fanpage.it ha interpellato Mirko Campochiari, storico, analista militare, collaboratore di Limes e fondatore di Parabellum, sito e canale YouTube che da mesi fornisce puntuali aggiornamenti sul conflitto in Ucraina.

Mirko Campochiari
Mirko Campochiari

Perché l'Ucraina ha chiesto carri armati Leopard?

In Europa ci sono pochi Paesi che hanno deciso di produrre carri armati: l'Italia ha i suoi Ariete, la Francia i Leclerc, gli inglesi i Challenger, ma nessuno di questi tre stati li ha mai esportati per una serie di ragioni che sarebbe lungo elencare. A rifornire gli alleati della Nato (e non solo) finora ha quindi provveduto solo la Germania con i Leopard: pensiamo a Polonia, Finlandia, Turchia, Grecia, Danimarca e altre nazioni. Complessivamente ce ne sono circa 2.500 in circolazione. Ciò significa, molto banalmente, che i Leopard sono semplicemente i carri armati più diffusi in Europa, quindi gli unici davvero pronti ad essere inviati in Ucraina.

Quanti carri armati tedeschi Leopard ed americani Abrams servirebbero all’Ucraina per invertire i rapporti di forza con la Russia?

Valeriy Zaluzhny, comandante in capo delle Forze armate ucraine, ne ha chiesti 600. La Germania acconsentirà all'invio di 80, meno di un settimo delle richieste di Kiev. Di conseguenza se questi tank riusciranno a fare la differenza sul campo dipenderà soprattutto dalla loro quantità, oltre che dalla capacità della logistica di stare dietro a così tanti carri armati operativi.

Insomma, i numeri sono insufficienti…

Se dovessi valutare sulla base degli attuali consumi all'Ucraina servirebbero un migliaio di carri armati all'anno. Ci sono però anche altre questioni sul campo: quando si acquistano mezzi tedeschi si devono firmare una serie di clausole. È vietato utilizzare i carri armati offensivamente e la manutenzione speciale dipende esclusivamente dalla Germania. Ci sono quindi molte restrizione sull'utilizzo. I turchi, ad esempio, acquistarono da Berlino dei Leopard 2A4 ma li utilizzarono per attaccare la Siria violando una delle clausole sottoscritte; i tedeschi quindi si rifiutarono di fornire gli aggiornamenti necessari.

Un carro armato Leopard
Un carro armato Leopard

La fornitura di 80 carri armati Leopard, dunque, rischia di non essere affatto risolutiva.

Esatto, perché si stanno mandando col contagocce e perché sono anche molti altri i fattori da tenere in considerazione. La Russia è di fatto in economia di guerra, noi no e non abbiamo nessuna intenzione di entrare nel conflitto. Di recente ho chiesto a dei generali quanto reggerebbe l'Italia in una guerra come questa, e con i consumi attuali: mi hanno risposto che disporremmo di una ventina di carri armati attivi e di munizionamento per una settimana. Il resto dell'Europa è messo un po' meglio, ma comunque non avrebbe scorte per oltre due mesi. I russi, al contrario, hanno solo 1.500 mezzi moderni ma circa 10/12mila carri armati degli anni '80, la metà dei quali possono essere riattivati in parte in Occidente in parte in Oriente. Ci sono quindi circa 1.500 carri russi moderni schierati e altri 4.500 potenziali/riattivabili in riserva contro 800 ucraini di origine sovietica, con un ulteriore problema per questi ultimi: Kiev non può mantenerli perché ha una produzione industriale a terra e nessun pezzo di ricambio.

E qui subentreranno i carri occidentali.

Sì, ma questo significa che tutta la guerra dell'Ucraina dipenderà esclusivamente dalla linea logistica occidentale, soprattutto americana, a sua volta subalterna alla volontà politica della Casa Bianca. Sarà così non solo per i carri armati, ma anche per i camion, gli infantry fighting vehicle e tutto il resto. Pensiamo a cosa accadrebbe se un futuro presidente USA decidesse di chiudere i rubinetti. È per questo che di recente, e in ben due occasioni, il Capo di Stato Maggiore americano Mark Milley ha suggerito agli ucraini di cercare una soluzione diplomatica mentre erano in vantaggio. Non è un caso che l'abbia fatto dopo la ritirata russa di Kherson e la controffensiva di Kiev a Kupjansk e Izyum… Gli Stati Uniti non ritengono che Kiev possa vincere una guerra di attrito, soprattutto contro un Paese con una produzione industriale intatta.

L'entusiasmo di molti osservatori occidentali per l'invio dei carri Leopard è dunque eccessivo?

Le guerre sono fatte di offensive e controffensive. Stabilire chi vince dall'esito di un'azione condotta sul campo di battaglia o dall'invio di mezzi tecnologicamente avanzati – come gli Himars, gli AGM-88 HARM o i Leopard – è miope. Ci sono molti fattori in gioco. Guardiamo ad esempio la mobilitazione russa: per mesi abbiamo sfottuto Mosca perché aveva mandato al fronte uomini con una preparazione pessima. Ed era vero, ma non si comprendeva che nel frattempo in patria si stavano addestrando sul serio decine di migliaia di soldati per 8/9 mesi. La Russia lavora su due livelli: da un lato manda uomini al fronte per mantenere – seppur con alte perdite – un'alta pressione sugli Ucraini; dall'altra conduce un addestramento regolare di truppe che vengono successivamente immesse per condurre offensive. Gli ucraini purtroppo non sono in questa condizione: fonti locali mi raccontano che si stanno reclutando combattenti letteralmente strada per strada tra i cittadini comuni perché hanno un disperato bisogno di uomini.

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È per questo che in questo periodo i russi stanno avanzando?

Sì, ora dispongono di un vantaggio sia numerico che tecnologico. I carri armati saranno davvero operativi solo in primavera: vanno spediti, poi andrà organizzato l'addestramento, quindi ci sarà il problema della linea logistica e della manutenzione.

Perché la Germania è stata così titubante sull'invio dei carri Leopard 2?

Le ragioni sono diverse. La prima è storica: carri armati tedeschi contro carri armati russi è un'immagine che evoca brutte memorie. C'è poi una ragione di mercato: se la Germania permette alle altre nazioni di fornire all'Ucraina tutti i Leopard disponibili, quei carri verranno presto sostituiti dagli Abrams americani. Di conseguenze gli USA si sostituiranno come fornitori nel mercato europeo rispetto ai tedeschi. C'è poi il timore della reverse engineering da parte dei russi e quella, non banale, che infine i Leopard performino male sul campo di battaglia. Anche questo significherebbe perdere preziose commissioni dall'estero.

Ci sono anche ragioni politiche?

Certo: la Germania ha finora continuato a condurre la politica della Merkel. Accollarsi lo sforzo bellico principale contro la Russia significa giocarsi anche i business futuri.

Questa mattina André Wüstner , presidente della Bundeswehr Association, gruppo di interesse che rappresenta soldati e riservisti tedeschi, ha detto che la consegna dei carri Leopard è una buona notizia per l’Ucraina e una pessima notizia per le forze armate tedesche. È vero?

La Bundeswehr era già messa male. Anni e anni di politiche pacifiste in Germania hanno ridotto l'operatività delle forze armate tedesche a livelli molto bassi. L'altro problema è logistico. Poiché i tedeschi sono gli unici al mondo a produrre Leopard, dove finiranno se non in Germania tutti i carri armati che verranno danneggiati? E siamo sicuri che le aziende produttrici, la Rheinmetall e la  Krauss-Maffei Wegmann, saranno in grado di sopperire ai danni che i carri subiranno?

Anche gli americani hanno annunciato l'invio di carri armati Abrams.

Sì, stanno discutendo l'invio di una trentina di carri. Pochi, anche quelli: buoni per una controffensiva, non per vincere la guerra.

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