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Violenza sessuale: in Spagna senza un ‘sì’ esplicito si tratterà di stupro

Il governo spagnolo sta per approvare una legge di riforma dei reati sessuali. Ogni rapporto sessuale senza una forma esplicita di consenso, fisica o verbale, sarà considerato stupro. Dopo la Svezia, un altro Paese europeo rivede le norme, dopo le proteste dell’opinione pubblica su casi di stupro, applicando la Convenzione di Istanbul.
A cura di Giorgio Tabani
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 In Spagna il governo socialista di Pedro Sáchez vuole riformare il modo in cui i reati sessuali sono perseguiti: un rapporto sessuale senza una forma esplicita di consenso, fisica o verbale, verrà considerato stupro. "Se una donna non dice espressamente sì, tutto il resto è no", ha sottolineato la vice premier spagnola e ministra dell'Uguaglianza, Carmen Calvo"In questo modo la sua autonomia viene preservata, insieme alla sua libertà e al rispetto per la sua persona e la sua sessualità". Il modello a cui si fa esplicito riferimento è quello della Svezia, che ha approvato a inizio luglio una normativa simile, arrivata dopo una lunga campagna di sensibilizzazione, in seguito a due storie di violenze sessuali avvenute nel 2013, di cui si era molto parlato.

Anche l'annuncio spagnolo arriva come risposta a un caso di stupro di gruppo che ha fatto molto scalpore, scatenando un'ondata di proteste.  Nel luglio 2016 cinque uomini di età compresa tra 27 e 29 anni avevano abusato di una 18enne durante la festa di San Fermin, a Pamplona. Due degli aggressori avevano anche ripreso la violenza, condividendo poi il video in un gruppo Whatsapp chiamato "La manada" (il branco di lupi). I giudici del Tribunale di Navarra, il 26 aprile scorso, hanno però escluso l’accusa di stupro perché dai filmati la ragazza sembrava avere un atteggiamento “passivo o neutrale”. Nell'attuale legislazione spagnola esiste infatti una distinzione fra l’abuso sessuale, che non comprende violenza o intimidazione, e lo stupro.

A fine giugno si sono nuovamente scatenate forti proteste, in tutta la Spagna, a causa della decisione del tribunale di autorizzare il rilascio degli aggressori, condannati in primo grado a 10 anni, dietro pagamento di una cauzione di 6mila euro ciascuno in attesa dell'appello. Tra loro anche un militare e un membro della Guardia Civil che sono entrambi tornati in servizio. La vittima ha inviato una lettera a una tv spagnola, in cui scrive: “Non tacere, perché se lo fai ti stai lasciando sopraffare. Nessuno dovrebbe passare attraverso questo. Nessuno dovrebbe rimpiangere di aver bevuto qualcosa, di parlare con la gente a una festa, di tornare a casa da solo o di indossare una minigonna”.

Le nuove norme vengono incontro agli impegni presi nella Convenzione di Istanbul, la convenzione approvata l'11 maggio del 2011 dal Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. All'articolo 36 comma 2 questa prevede infatti che: "Il consenso deve essere dato volontariamente, quale libera manifestazione della volontà della persona, e deve essere valutato tenendo conto della situazione e del contesto".

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