56 CONDIVISIONI

Stati Uniti, perché la Camera non riesce a eleggere uno speaker e cosa può succedere

La Camera degli Stati Uniti ha già votato otto volte per eleggere il suo speaker, il deputato che guida i lavori. Ma una frangia di repubblicani vicini a Donald Trump sta fermando i lavori. È uno stallo che non si vedeva da 100 anni, e blocca uno degli organi politici più importanti degli Usa.
A cura di Luca Pons
56 CONDIVISIONI
Immagine

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti sta attraversando uno stallo che non si vedeva da esattamente 100 anni. Per eleggere lo speaker della Camera, cioè il deputato che ha i compito di condurre i lavori, si sono già tenute otto votazioni negli ultimi tre giorni, e tutte sono andate a vuoto. L'ultima volta che lo speaker non fu eletto al primo scrutinio era il 1923, allora servirono nove votazioni.

L'elezione di un nuovo speaker si svolge perché, a novembre 2022, si sono tenute le elezioni di mid-term, cioè di metà mandato. In particolare, la Camera è passata da una maggioranza democratica a una maggioranza repubblicana. Per questo, il nuovo speaker dovrebbe essere eletto tra i rappresentanti del partito Repubblicano.

Il principale candidato per prendere il ruolo che è stato di Nancy Pelosi dal 2019 è Kevin McCarthy, 57 anni. Se tutti i repubblicani avessero votato per McCarthy, su indicazione del partito, la questione si sarebbe chiusa alla prima votazione: al candidato servono 218 voti sui 435 deputati presenti, e 222 sono repubblicani.

Tuttavia, un gruppo di circa venti repubblicani, accesi sostenitori di Donald Trump, hanno finora rifiutato di votare McCarthy perché non lo considerano abbastanza conservatore, e hanno invece sostenuto per la maggior parte un altro candidato, Byron Donalds. Così, McCarthy ha perso di 19 voti nei primi due scrutini, e di 20 voti in quelli successivi.

Ieri persino lo stesso Trump è intervenuto, chiedendo a tutti i repubblicani di votare per McCarthy per evitare una "sconfitta gigantesca e imbarazzante". Ma non è bastato. Oggi, al settimo e all'ottavo scrutinio, venti voti repubblicani non sono andati a McCarthy. Un deputato, Matt Gaetz, ha persino dichiarato il suo voto per Donald Trump.

Se non c'è uno speaker della Camera – che è sostanzialmente la terza carica più alta nel Paese, dopo il presidente e il vicepresidente – le conseguenze possono essere gravi per la vita politica del Paese. Tutti i lavori della Camera, il principale corpo legislativo degli Stati Uniti, sono bloccati. Senza speaker, i membri eletti non possono neanche prestare giuramento, insediarsi e quindi approvare leggi.

Insomma, fino a quando non si arriva all'elezione dello speaker, la Camera è paralizzata completamente. Formalmente, nessuno dei suoi membri può operare come deputato. Si è formato un vuoto di potere tale che, se dovesse verificarsi una situazione di emergenza, la Camera non potrebbe legiferare per intervenire.

I venti repubblicani che rifiutano di votare per McCarthy sono considerati vicini agli ambienti di chi, il 6 gennaio 2021, ha assaltato il Congresso statunitense per contestare l'elezione di Joe Biden. Fanno parte della corrente più radicale del partito repubblicano, che si raccoglie nel gruppo parlamentare "Freedom caucus". Una delle contestazioni fatte a McCarthy è proprio quella di aver preso le distanze dai fatti del 6 gennaio e da chi negava la legittimità delle elezioni.

56 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views