USA, Dieci Comandamenti esposti nelle scuole pubbliche: il Texas verso l’obbligo in classe

In Texas si profila l’obbligo di esporre i Dieci Comandamenti in ogni classe delle scuole pubbliche. Il Senato statale ha già approvato un disegno di legge a riguardo, proposto dai repubblicani, e anche la Camera – controllata dallo stesso partito – ha dato il primo via libera. Il voto definitivo è atteso a breve, ma il governatore Greg Abbott ha già anticipato che firmerà la legge non appena sarà sulla sua scrivania.
Il provvedimento, noto come Senate Bill 10, prevede l’affissione in ogni aula di un poster o una copia incorniciata dei Dieci Comandamenti, nel formato standard di 41 x 51 centimetri e in una versione inglese predefinita. Tuttavia, la formulazione dei Comandamenti può variare in modo rilevante a seconda delle confessioni, delle lingue e delle interpretazioni, sollevando dubbi sull’universalità e la neutralità della scelta.
Il precedente in Louisiana e il rischio di incostituzionalità
L’iniziativa texana segue di poco una vicenda analoga in Louisiana, dove una legge simile è stata recentemente respinta da un tribunale federale per violazione della separazione tra Stato e Chiesa, principio sancito dal Primo Emendamento. Quel caso, secondo molti osservatori, costituisce un monito: anche il Texas potrebbe trovarsi presto ad affrontare sfide legali analoghe.
Il disegno di legge texano ha comunque superato la seconda lettura con 88 voti favorevoli contro 49 contrari, in un voto che ha avuto luogo proprio nel giorno del Sabbath ebraico, ricorrenza sacra citata nei Comandamenti stessi. Una coincidenza che il deputato democratico James Talarico ha evidenziato come sintomatica di una certa contraddizione, parlando di “ipocrisia legislativa”.
La spinta repubblicana per l'obbligo dei Dieci Comandamenti a scuol
Questa proposta si inserisce in un contesto più ampio: in Texas – così come in altri Stati conservatori – si moltiplicano le iniziative tese a reintrodurre la dimensione religiosa nel sistema educativo pubblico. Nelle stesse ore in cui si discuteva il Senate Bill 10, i parlamentari texani hanno approvato anche una misura che consente alle scuole di proporre ogni giorno un momento facoltativo per la preghiera o la lettura di testi religiosi durante l’orario scolastico. Anche in questo caso, il governatore Abbott ha espresso il suo pieno sostegno.
Secondo i promotori, lo scopo non è tanto spirituale quanto formativo e culturale. “Vogliamo che i nostri studenti comprendano le radici giudiziarie e culturali della nostra nazione”, ha affermato la deputata repubblicana Candy Noble, co-autrice della proposta. Sulla stessa linea il collega Brent Money, che ha sottolineato la necessità di “ritrovare nella Bibbia e nella preghiera un punto di riferimento per i giovani”.
Chi sostiene la norma ritiene che i Dieci Comandamenti abbiano un valore fondante per l’identità americana, al pari della Costituzione o della Dichiarazione d’Indipendenza. Ma non mancano le voci contrarie.
Le critiche e la voce delle minoranze religiose
Se la legge entrerà in vigore, sarà molto probabile un’ondata di ricorsi legali. Diversi gruppi per la difesa della laicità dello Stato, insieme a rappresentanti di comunità religiose – ebraiche, cristiane e di altri culti – hanno già espresso preoccupazione. In una lettera aperta, decine di leader spirituali hanno sottolineato come l’imposizione di un simbolo religioso unico possa risultare estraniante o discriminatoria per migliaia di studenti texani di diversa fede o senza appartenenza confessionale.
Nel Texas, infatti, oltre sei milioni di alunni frequentano più di 9.100 scuole pubbliche, in un contesto caratterizzato da ampia diversità culturale e religiosa. Rendere obbligatoria l’esposizione dei Comandamenti in ogni aula non solleva soltanto perplessità costituzionali, ma pone anche questioni di rappresentanza e inclusività.
Un disegno di legge che affonda le radici nel passato
Non è la prima volta che il governatore Abbott sostiene la visibilità dei Dieci Comandamenti negli spazi pubblici. Già nel 2005, quando ricopriva il ruolo di procuratore generale, difese con successo davanti alla Corte Suprema la legittimità di un monumento con i Comandamenti situato nel Campidoglio statale.
Quel precedente giuridico, oggi, assume un valore simbolico: sembra rappresentare l’alba di una nuova fase, in cui i confini tra religione e istruzione pubblica tornano a farsi sottili.