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Un giudice ha fermato il divieto d’aborto in Louisiana: “Fate ripartire subito gli interventi”

Un tribunale della Louisiana ha bloccato il divieto di aborto: le interruzioni di gravidanza nello Stato meridionale USA potranno proseguire almeno fino all’8 luglio.
A cura di Davide Falcioni
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In Louisiana c'è un giudice. Un tribunale dello stato meridionale ha bloccato il divieto di aborto a seguito della denuncia presentata dal Center for Reproductive Rigths, associazione che ha difeso l'unica clinica abortista in Mississippi nel caso "Dobbs v. Jackson Women's Health Organization", su cui ha sentenziato venerdì la Corte Suprema, abolendo di fatto l'aborto. Lo riferiscono gli avvocati del Centro all'Ansa.

Gli aborti riprenderanno da subito e una nuova udienza è stata fissata per l'8 luglio. In Louisiana – come in Kentucky e South Dakota – il divieto di aborto era entrato in vigore subito dopo la sentenza del massimo tribunale. Quello della Louisiana è uno dei 13 stati che hanno adottato cosiddette trigger law, leggi grilletto che entrano immediatamente in vigore dopo la decisione della Corte Suprema federale che ha cancellato la protezione costituzionale del diritto delle donne all’interruzione della gravidanza negli Stati Uniti. Le legge della Louisiana non concepisce eccezioni neppure per stupro e incesto. Il giudice Robin Giarrusso ha convocato una udienza per l'8 luglio: almeno fino a quella data, il diritto d’aborto sarà garantito nelle tre cliniche che oggi offrono la procedura.

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Dopo la sentenza di venerdì scorso della Corte Suprema in tutti gli Stati Uniti sono cominciate le proteste. Come dimostra il caso della Louisiana, la battaglia ora si è trasferita a livello dei singoli stati. In Florida una corte sta prendendo in esame una simile richiesta di stop a un divieto che scatterebbe dopo 15 settimane di gravidanza. Denunce sono partite anche in Utah, dove una norma minaccia fino a 15 anni di reclusione, e in Ohio, dove il divieto scatta dopo appena sei settimane. La California, nel frattempo, ha proposto un referendum per inserire il diritto d’aborto nella sua Costituzione statale.

Molte associazioni dei diritti civili temono inoltre che la Corte Suprema cancellerà altri diritti e conquiste sociali: da quello alla contraccezione al matrimonio gay, fino alla regolamentazione del business, a misure di affirmative action nell'istruzione per combattere il retaggio della discriminazione razziale fino alla difesa del diritto di voto.

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