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Ucraina, assediato il Parlamento in Crimea. Issata la bandiera russa

Uomini armati hanno fatto irruzione al parlamento di Sinferopoli, capitale della regione della Crimea. Gli insorti hanno tolto la bandiera ucraina ed issato quella russa.
A cura di D. F.
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Mentre a Kiev fervono i preparativi per l'insediamento del nuovo governo, in attesa delle elezioni del 25 maggio, sale alle stelle la tensione nell'area orientale dell'Ucraina. Un gruppo di uomini armati e in tuta mimetica ha preso d'assalto il parlamento di Sinferopoli, capitale della regione della Crimea. Gli insorti hanno tolto la bandiera ucraina ed issato quella russa. Stando a quanto riportato da fonti locali nel corso del blitz non ci sarebbero stati feriti e la polizia non sarebbe intervenuta per fermare le operazioni. Anatoliy Mohilyov, primo ministro della Crimea, ha reso noto che le autorità locali sarebbero in procinto di "attivare misure" in seguito all'irruzione.

La situazione, dunque, si fa sempre più critica. Dopo gli esiti delle battaglie di Kiev e l'emanazione di un mandato d'arresto internazionale per l'ex presidente Viktor Yanukovich, le violenze si sono spostate in numerose città orientali russofone, fortemente determinate a indire un referendum per chiedere la secessione della Crimea dall'Ucraina. Nel frattempo Arseni Yatseniuk – primo ministro in questa fase di transizione – ha lanciato l'allarme sui conti pubblici, autodefinendosi un kamikaze impegnato in una missione disperata: "Le casse dello Stato sono vuote, a causa di 75 miliardi di dollari di debiti, le obbligazioni ucraine ammontano a 130 miliardi di dollari", ha detto.

In questo contesto la Russia denuncia "gravi violazioni dei diritti umani" perpetrate dai ribelli nelle rivolte dei giorni scorsi. Il ministro degli Esteri Lavrov ha affermato: "Siamo preoccupati per le violazioni dei diritti umani su larga scala, la violazione del diritto di usare la lingua madre, la discriminazione etnica e culturale, e gli attacchi e atti vandalici a oggetti di interesse storico e all'eredità culturale e religiosa". Nella fattispecie i funzionari di Mosca sono preoccupati per l'abbattimento dei simboli sovietici, in particolare dopo i danni inferti ad alcune statue di Lenin. "Monumenti storici continuano ad essere profanati in Ucraina. Stanno umiliando la memoria dei soldati che hanno liberato l'Ucraina: a Sumy è apparsa una vasta discarica vicino alla fiamma eterna che commemora gli eroi della Seconda guerra mondiale, nel 70/mo anniversario della liberazione dell'Ucraina dai nazisti", ha dichiarato Lavrov.

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