Uccide il marito dopo 25 anni di violenze: Valérie Bacot condannata a 4 anni ma non andrà in carcere

Condannata a 4 anni di reclusione ma finalmente libera di poter lasciate il tribunale senza timore di finire in carcere per aver assassinato il marito ed ex patrigno dopo oltre due decessi di violenze subite. Si è conclusa così la controversa vicenda giudiziaria di Valérie Bacot, la 4oenne francese accusata di aver ucciso con un colpo di pistola alla testa il marito Daniel Polette, di 25 anni più anziano, che per oltre due decenni l'aveva costretta a subire umiliazioni, violenze e abusi sessuali. La sentenza emessa nella serata di venerdì l'ha dichiarata colpevole di omicidio condannandola a 4 ani di carcere di cui però tre sospesi. Poiché la donna ha già trascorso un anno in prigione e stata immediatamente liberata.
"Vorrei ringraziare la corte e tutti per il sostegno che ho avuto. Ora è il momento di una nuova lotta per tutte le altre donne che subiscono violenza e per tutti i maltrattamenti che continuano ad avvenire", ha dichiarato a caldo Bacot ai giornalisti fuori dall'aula. L'accusa aveva chiesto per lei una condanna a cinque anni di reclusione, con quattro anni di sospensione della pena.

Durante il processo a suo carico Valérie Bacot ha ammesso di aver sparato e ucciso Daniel Polette nel 2016 un colpo di pistola alla testa e di averne poi occultato il cadavere con l'aiuto dei figli. La donna ha raccontato di averlo fatto dopo aver subito violenze da parte dell'uomo da quando aveva 12 anni e lui era solo il fidanzato della madre e per proteggere i figli. Polette aveva iniziato a violentarla quando era solo una bambina e ha continuano a farlo per decenni anche quando è diventato suo marito e padre dei loro quattro figli. Nel suo libro bestseller "Tout Le Monde Savait" ("Tutti sapevano"), Bacot ha detto che Polette l'ha violentata per la prima volta quando aveva appena 12 anni, l'ha messa incinta a 17 e ha continuato abusare di lei nel corso degli anni successivi. "Volevo semplicemente proteggere me stessa. Proteggere la mia vita, la vita dei miei figli. Ai miei occhi, nient'altro ha mai avuto importanza", ha scritto nella sua autobiografia.

Nel suo libro la donna ha lanciato una grande atto di accusa ricordando che tutti sapevano che Polette era violento e che abusava di bimbi visto che era stato anche in prigione ma, una volta uscito, nessuno ha avuto da ridire sul fatto che tornasse nella casa dove lei viveva. Una indifferenza che l'ha portata sempre di più tra le sua braccia quando è rimasta incinta all'età di 17 anni. Dopo diversi anni di quella che ha descritto come una violenza quotidiana, Polette l'ha costretta anche a prostituirsi nel retro del suo furgone. "Mi possedeva completamente, ero un oggetto che gli apparteneva e poteva fare di me quello che voleva" ha scritto Valérie Bacot.