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Tre aziende hanno venduto 96 tonnellate di alcol alla Siria: “Lo hanno usato per le armi chimiche”

Secondo la rivista Knack e Syrian Archive, tre aziende belghe hanno esportato in Siria 96 tonnellate di isopropanolo, un materiale chimico “a duplice uso” che potrebbe essere stato usato per la fabbricazione del sarin, il micidiale gas nervino utilizzato nel corso della guerra.
A cura di Mirko Bellis
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Una bambina tiene la maschera di ossigeno ad una neonata dopo un attacco con gas cloro in Siria (Gettyimages)
Una bambina tiene la maschera di ossigeno ad una neonata dopo un attacco con gas cloro in Siria (Gettyimages)

Tre aziende belghe sono accusate di aver esportato in Siria 96 tonnellate di alcool isopropanolo, una sostanza chimica che, tra gli altri usi industriali, può servire anche per la fabbricazione del sarin, il gas nervino utilizzato a Khan Shaykhun in cui sono morte decine di persone. Secondo quanto emerso da un’inchiesta della rivista Knack e Syrian Archive, le tre società hanno continuato a vendere il prodotto nonostante le regole imposte dall'Unione europea nel 2013 che prevedevano speciali autorizzazioni per il commercio di materiale “a duplice uso” verso il Paese mediorientale.

I carichi di isopropanolo sono partiti dal porto di Anversa tra il 2014 e il 2016.  Roland Cassiers, portavoce della Corte penale di Anversa, ha confermato che le compagnie coinvolte sono AAE Chemie Trading, un grossista di prodotti chimici per uso industriale; Anex Customs, un’azienda che forniva servizi amministrativi fino alla sua bancarotta nel 2017; e Danmar Logistics, una società di logistica. L'isopropanolo, noto anche come alcool isopropilico, è considerato un prodotto, al pari del cloro, con molteplici usi legittimi come ad esempio nell'industria farmaceutica o nel settore delle vernici. Ma può essere utilizzato anche nel processo di sintesi di agenti chimici come il sarin, il gas nervino bandito dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1993.

Il sarin è stato utilizzato nell'attacco di Khan Shaykhun il 4 aprile del 2017 dove morirono decine di persone. Dai campioni prelevati dall'Organizzazione per la proibizione delle Armi Chimiche (Opcw) sul luogo dell’esplosione è emerso che l’uso del gas sarin è stato dimostrato “in maniera incontrovertibile”. I test di laboratorio, inoltre, hanno provato che per la produzione dell’arma chimica è stato utilizzato proprio l'isopropanolo. Secondo il tossicologo belga Jan Tytgat, la morte provocata da questa sostanza chimica è molto dolorosa e la dose letale di sarin per gli adulti è stimata in meno di 1 milligrammo.

Sulla base delle informazioni contenute nel database delle Nazioni Unite sul commercio internazionale Comtrade, è emerso anche che diversi Paesi hanno continuato a commercializzare l'isopropanolo in Siria in questi anni.

I Paesi che hanno esportato isopropanolo e propanolo in Siria (UN Comtrade).
I Paesi che hanno esportato isopropanolo e propanolo in Siria (UN Comtrade).

I dati mostrano che dal 2014 circa 1.280 tonnellate di propanolo e isopropanolo (le due sostanze sono registrate con lo stesso codice) sono stati esportati in Siria, la maggior parte proveniente da Emirati arabi uniti e Libano. Le statistiche delle Nazioni Unite mostrano anche come il Belgio sia stato l'unico Stato europeo ad aver continuato il commercio verso il Paese mediorientale nonostante le restrizioni imposte dall'Unione europea.

Secondo Francis Adyns, funzionario del dipartimento delle finanze belga, “L'isopropanolo è impiegato, tra le altre cose, come solvente nell'industria delle vernici, come disinfettante in ambito sanitario e come refrigerante”. “Le autorità doganali non sono a conoscenza di nessun altro uso di questa sostanza chimica e le esportazioni – ha precisato Adyns – sono avvenute nel corso di decenni agli stessi clienti”. La prima udienza del processo a carico delle tre aziende è stata fissata per il prossimo 15 maggio, ha fatto sapere Johan Van Overtveldt, il ministro delle finanze belga.

Dal canto loro, le tre società si sono difese affermando di aver agito in buona fede. AAE Chemie ha confermato di aver esportato isopropanolo in Siria, ma ha anche sottolineato che ha venduto questo prodotto da almeno 20 anni a clienti che appartengono all'industria delle vernici e della lavorazione del cuoio e "nessuna di queste società sembra essere in lista sospetta”. Secondo la versione delle tre aziende belghe, inoltre, le autorità doganali hanno sempre approvato le spedizioni verso la Siria senza aver mai trovato nulla da ridire. Ma i magistrati stanno indagando in totale 24 spedizioni avvenute tra maggio 2014 e dicembre 2016 e, oltre all'isopropanolo, sono finite nel mirino anche 219 tonnellate di acetone, 77 tonnellate di metanolo e 21 tonnellate di diclorometano. Sostanze chimiche partite dal Belgio senza nessuna autorizzazione nonostante le sanzioni al regime di Bashar al Assad.

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