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Covid 19

Terza ondata Covid in Giappone, più di 15mila persone in attesa del ricovero in ospedale

Dopo il boom di contagi delle scorse settimane, nel Giappone alle prese con la terza ondata di Covid-19 è allarme per la pressione sugli ospedali. Almeno 15.058 persone positive al Coronavirus si trovano al momento in attesa che si liberino posti letto nelle strutture ospedaliere mentre si cercano medici e infermieri per la campagna di vaccinazione.
A cura di Ida Artiaco
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La terza ondata di Coronavirus è arrivata in Giappone. Dopo l'impennata di nuovi casi registrata nelle scorse settimane soprattutto a Tokyo e nelle città vicine di Chiba e Saitama, il problema è ora rappresentato dalla pressione sugli ospedali. Un'indagine condotta dal nucleo di coordinamento dei centri locali di salute pubblica ha evidenziato come almeno 15.058 persone positive al Covid-19 si trovino al momento in attesa di ricovero. Il boom di nuove infezioni non ha dato tempo ai centri di smistamento del sistema sanitario nazionale di effettuare le procedure di ricovero necessarie, per cui ad oggi migliaia di malati si trovano in casa oppure in ricoveri di emergenza quali alberghi o mini-appartamenti in affitto in attesa che si liberino posti letto nelle strutture ospedaliere.

Per avere un'idea della portata del fenomeno, riporta Kyodo News, basti considerare che secondo dati del Ministero della Salute il numero di pazienti nei centri di isolamento domiciliare è passato dai 6.429 del 9 dicembre 2020 ai 35.394 il 20 gennaio 2021. C'erano solo 1.096 di questi individui il 4 novembre dell'anno scorso. La città più colpita dal problema dei mancati ricoveri è la capitale Tokyo, che in un mese ha visto quintuplicare in numero dei contagi fino al record di oltre 93mila casi totali. Lo scorso 7 gennaio il primo ministro Yoshihide Suga ha dichiarato lo stato di emergenza della durata di un mese per la Capitale ed altre dieci prefetture del paese, in virtù del quale gli orari degli esercizi commerciali sono stati limitati e la popolazione è stata invitata ad astenersi da uscite non strettamente necessarie.

Ma problemi ci sono anche per quanto riguarda la campagna di vaccinazione. In Giappone l'80% delle prefetture denuncia difficoltà sul reclutamento di un numero sufficiente di medici e infermieri per l'avvio delle somministrazioni previste per la fine di febbraio per operatori medici, seguiti dalle persone con più di 65 anni di età in marzo. Lo rivela un'indagine della agenzia Kyodo, condotta nelle 47 prefetture dell'arcipelago. Tra queste, 30 evidenziano come maggiore impedimento la selezione appropriata di luoghi pubblici in cui può essere gestito il piano vaccinale, 18 prefetture citano la scarsità delle risorse finanziarie a propria disposizione, mentre altre 16 sottolineano l'aspetto logistico, inclusa le procedure di refrigerazione delle fiale prima del loro utilizzo. La campagna di massa della popolazione, però, non dovrebbe cominciare prima della fine della primavera. Secondo Rasmus Bech Hansen, il fondatore della società di ricerca britannica Airfinity, "il Giappone non raggiungerà un tasso di inoculazione del 75%, punto di riferimento per l'immunità di gregge, fino a ottobre, circa due mesi dopo la chiusura delle Olimpiadi estive".

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