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Sua moglie uccide le tre figlie piccole, la perdona: “Anche lei è una vittima di questa tragedia”

Graham Dickason, il padre di tre bambine di due e sei anni uccise dalla moglie la scorsa settimana in Nuova Zelanda, ha dichiarato di aver perdonato la donna, “perché anche lei è stata vittima di questa tragedia”, ed ha invitato tutti a fare la stessa cosa.
A cura di Davide Falcioni
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Graham Dickason, il padre di tre bambine di due e sei anni uccise dalla moglie la scorsa settimana in Nuova Zelanda, ha dichiarato di aver perdonato la donna, "perché anche lei è stata vittima di questa tragedia", ed ha invitato tutti a fare la stessa cosa. L'uomo ha scritto queste riflessioni in una lettera che è stata letta  da un reverendo durante una veglia a lume di candela a cui hanno partecipato centinaia di persone fuori dalla casa della famiglia nella città di Timaru, nel sud del paese.

La strage familiare è stata compiuta la scorsa settimana da Lauren Dickason, 40 anni, che ora deve rispondere dell'accusa di omicidio per aver ucciso le sue tre figlie, le gemelline di 2 anni Maya e Karla e la loro sorella di 6 anni, Liane. Il triplice delitto ha scioccato profondamente la Nuova Zelanda e la responsabile, dopo essere stata arrestata, è stata trasferita in una struttura per malati psichiatrici in attesa della prima udienza del processo a suo carico, che si svolgerà il prossimo 5 ottobre.

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La famiglia era arrivata in Nuova Zelanda dal Sudafrica alcune settimane prima e, dopo un periodo di quarantena in un hotel, era arrivata a Timaru. Giovedì scorso Graham  è tornato a casa poco prima delle 22 e non appena ha aperto la porta di casa ha trovato i corpi delle sue figlie. A dare l'allarme, sentite le urla disperate dell'uomo, sono stati i vicini di casa: su posto sono intervenute dopo pochi minuti ambulanze e auto della polizia ma per le tre bambine non c'è stato nulla da fare. Gravemente ferita la moglie Lauren, che è stata accompagnata al pronto soccorso e curata, poi trasferita in una clinica psichiatrica. Le ragioni del suo gesto non sono state ancora accertate, ma a quanto pare la donna – che lavorava come medico – soffriva da tempo di gravi disturbi mentali.

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