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L'implosione del sottomarino Titan a giugno 2023

Sottomarino Titan disperso, l’ammiraglio Di Paola: “Il meglio dei soccorsi potrebbe non bastare”

L’ammiraglio Giampaolo Di Paola spiega a Fanpage.it quali sono i rischi le possibilità dei soccorritori nelle ricerche del sottomarino Titan, disperso nell’Oceano Atlantico mentre viaggiava verso il relitto del Titanic a oltre 3800 metri di profondità.
Intervista a Giampaolo Di Paola
Ammiraglio della Marina militare italiana, già Capo di stato maggiore della difesa ed ex Ministro della difesa.
A cura di Antonio Palma
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È ormai corsa contro il tempo per salvare le cinque persone a bordo del sommergibile Titan disperso nell’Oceano Atlantico mentre viaggiava verso il relitto del Titanic a oltre 3800 metri di profondità. Nel sottomarino turistico della OceanGate Expeditions infatti rimangono poche ore di ossigeno, al massimo fino a giovedì, secondo quanto comunicato dalla guardia costiera Usa che coordina l’attività di ricerca e soccorso. Dei rischi e delle possibilità dei soccorritori di individuare e recuperare il sottomarino ne abbiamo parlato con Giampaolo Di Paola, Ammiraglio della Marina militare italiana, già Capo di stato maggiore della difesa.

Ammiraglio ci sono mezzi, anche militari, per raggiungere il sottomarino o è una situazione disperata?

Dal punto di vista tecnico è una situazione molto molto difficile, parliamo di un mini sommergibile con una autonomia limitata e non sappiano nemmeno che problemi abbia avuto. Il problema primo è localizzarli, poi c’è il recupero. Bisogna capire su che fondali si trova perché lì ci sono fondali molto alti e dipende da dove sia finito. Certo la marina militare statunitense potenzialmente ha dei mezzi per il recupero, il problema fondamentale è l’individuazione di un sommergibile così piccolo su fondali così profondi. Si dice che il mezzo abbia perso i contatti con la nave appoggio abbastanza presto dopo l’immersione, un’ora e mezza dopo, questo è preoccupante perché il sottomarino potrebbe non essere neanche vicino al Titanic. La cosa più probabile è un problema di propulsione, quindi la perdita di controllo. Le dichiarazioni delle autorità secondo le quali i passeggeri hanno solo poche ore di autonomia di ossigeno è molto preoccupante.

Dopo l’individuazione infatti c’è il recupero. Tecnicamente è possibile ma non è per nulla agevole, a quelle profondità è tutto molto più complesso. L’unico modo di recupero in questi casi sono mini sommergibili che si appoggiano sul portellone del sottomarino in difficoltà, ma a profondità così alta non è uno scherzo, oppure in qualche modo bisognerà agganciare il mini sommergibile e cercare di portarlo via sollevandolo ma questo dipende dal tipo di mezzo che non conosco.  Sul posto opera il meglio che c’è in quella parte del mondo nei soccorsi ma il meglio potrebbe non essere sufficiente.

Ammiraglio Gianpaolo Di Paola
Ammiraglio Gianpaolo Di Paola

Si sentono dei segnali dal fondo, è una speranza? Cosa possono fare a bordo?

Da quanto leggo, i personaggi che sono a bordo del sottomarino non sono dei pivellini ma lì non puoi fare nulla, anche se hai esperienza. Puoi solo stare a guardare e basta anche se sei il miglior sommergibilista del mondo. Anche il comandante, che è un francese di grande esperienza, una volta accertato di aver perso il controllo del mezzo può solo prendere atto dei problemi. È possibile che il sommergibile stia emettendo dei segnali acustici, il problema è che la localizzazione di questi segnali a queste profondità non è affatto facile, cioè è possibile che si sentano ma non si riesce ad avere una localizzazione precisa per poter poi ad andare in quella direzione. C’è una larga incertezza sui rilevamenti di questi tipo di comunicazioni anche se sono comunque un aiuto per avere una direzione di massima.

Secondo lei quali sono i rischi connessi a questo tipo di turismo sottomarino?

Sono viaggi di grande fascino ma anche di grande pericolo come i primi voli commerciali nello spazio, esperienze fortemente adrenaliniche ed esaltanti ma ad alto livello di rischio. Il fatto è che l’uomo ha più o meno esplorato quasi interamente la terra e ora l’unica dimensione terrestre che ancora è parzialmente sconosciuta è l’Oceano e poi c'è lo spazio. Guardo caso i pionieri di queste attività stanno sviluppano attività commerciali in questo senso, che ovviamente sono costose e vanno a pescare in una fascia di clienti facoltosi e avventurosi che vogliono provare queste nuove avventure. Il rischio di questo turismo di avanguardia non è un rischio per la navigazione o per la sicurezza degli altri ma è un rischio per chi fa queste esperienze che però ne è consapevole.

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